Quando la persona timida dice: “Sono troppo buona e si approfittano di me”
È una frase piuttosto frequente che sentiamo pronunciare da uomini timidi e da donne timide. Una frase sempre accompagnata da una congiunzione che annuncia postumi negativi: “Sono sempre stato troppo buono e…”, “Sono troppo buona e…”.
Le conseguenze sono, più o meno, sempre le stesse: “Si approfittano di me”, “mi trattano male”, “m’insultano”, “ma non sono mai disponibili quando ho bisogno di loro”.
In cosa consiste questa tanta bontà?Mettere la lealtà verso gli altri davanti a tutto, porre gli amici e le amiche prima di tutto, considerare i sentimenti altrui prima di tutto, essere sempre e comunque pronti ad aiutare gli altri, sorvolare sulle “cattiverie” altrui, accontentare sempre gli altri, farsi in quattro per gli altri. Altra peculiarità di questa “bontà” è il mettere in secondo piano sé stessi, i propri bisogni, le proprie necessità, i propri diritti. In realtà, le persone timide che si dichiarano piene di bontà, nei termini poc’anzi indicati, attuano semplicemente comportamenti fortemente svalutanti della propria persona. La loro non è bontà, ma cedere, a buon mercato, la propria dignità. Nella cultura assertiva la bontà non può prescindere dall’amore e dal rispetto verso sé stessi. L’importanza che riveste la propria persona è, e deve essere, prioritaria. Potrei rinunciare a tale preminenza,