Il mondo dei bimbi.

 

i bambini capiscono ciò che diciamo loro? Sì e no. Nei primi 18 mesi il bambino attraversa la fase di sviluppo delle attività sensoriali e motorie e non vi è una funzione di pensiero.

Tra i due e i quattro anni è in una fase preconcettuale e non è ancora in grado di utilizzare i concetti di spazio, tempo, causa ed effetto. Il suo ragionamento non è ancora deduttivo o induttivo, in quest’età il bambino conferisce agli oggetti una vita animata, non riconosce una convenzione umana nei nomi delle cose anzi, egli pensa che sia una proprietà intrinseca dell’oggetto stesso. Pensa che quanto lo circonda sia soggetto alla volontà sua e dell’uomo. A tutto ciò cui non sa dare spiegazione attribuisce significati magici e conferisce agli oggetti e agli avvenimenti, sensi e i significati legati al suo stato emotivo.

Tra i sette e i dieci anni il bambino comincia a pensare in modo induttivo e deduttivo, a ragionare in astratto e a categorizzare, e solo verso i dodici anni che il ragionamento del bambino si avvicina sufficientemente al pensiero maturo. L’età adolescenziale si configura pertanto come punto di passaggio tra una fase di strutturazione, ad una di esercizio compiuto del pensiero.
sistema cognitivo e apprendimento
Gli assunti principali della teoria dell’attaccamento stabiliscono che ogni essere umano, da quando nasce fino alla morte, ha bisogno:
  • di avere la certezza di essere accettato;
  • di avere la certezza di essere nutrito sul piano fisico;
  • di avere la certezza di essere sorretto sul piano emotivo;
  • di avere la certezza di essere confortato se è triste;
  • di avere la certezza di essere rassicurato se è spaventato.

 

Per un bambino questi bisogni sono assolutamente essenziali. Dal modo con cui le persone che lo accudiscono (in genere i genitori) rispondono alle sue richieste di conforto e cura, la sua mente crea degli schemi di memoria che costituiscono l’interpretazione del mondo, delle cose, di se e degli altri; pertanto la sua percezione di ciò che è esterno a se e di se stesso, sarà veicolato da tali schemi di memoria.
Questo processo inizia sin dalla nascita, e per alcuni ricercatori, anche durante l’ultima fase di gestazione. Si ritiene che verso i quattro anni di età, un bimbo abbia già formato un insieme strutturato di schemi di memoria (dette anche credenze). Quest’insieme costituisce il sistema cognitivo di base, che sarà punto di riferimento di ogni suo comportamento, di valutazione e di previsione; in base a questi, egli adotterà le azioni necessarie al raggiungimento dei suoi scopi.
i tre stili genitoriali
il comportamento dei genitori, incide in modo significativo sulla formazione del sistema cognitivo e della personalità del bambino, soprattutto nel periodo che va dalla nascita all’età adolescenziale; l’eventuale comparsa di stati ansiosi nell’adolescente sono spesso originati da comportamenti  inappropriati dei genitori.
Esistono tre stili di comportamento genitoriale:
Lo stile genitoriale permissivo: è caratterizzato da un’assenza di regole per il bambino e da una scarsa disponibilità e risposte alle sue istanze. questo modello comportamentale determina, nel bambino, la convinzione di non essere accettabile, degno di attenzione e affetto, non desiderabile, si sentono trascurati e non amati.
Lo stile genitoriale autoritario: è caratterizzato dall’atteggiamento duro e intransigente nei confronti del bimbo che deve attenersi, pedissequamente e senza contestazione, a regole e costumanze che gli vengono dettate. Parliamo dei genitori che esigono perfezione, disciplina, ubbidienza, comportamenti formali precisi e che mal sopportano vizi e capricci, finendo con l’essere insensibili e indifferenti ai bisogni del figlio. Questo stile porta il bimbo a considerarsi di scarso valore, insicuro, inidoneo, dotato di scarse capacità, e con forti sentimenti di inferiorità.
Lo stile genitoriale autorevole: è uno stile che permette di stabilire regole che vengono applicate con determinazione, ma non con uno stile impositivo. Questo tipo di genitore è attento alle esigenze e alle istanze del figlio, si pone come guida decisa, autorevole e democratica; predilige il dialogo all’imposizione, è disponibile a modificare le regole quando ciò si rende utile o necessario.
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