Il concetto di assertività può esprimersi in questo modo: affermare ed esprimere se stessi e i propri diritti senza ledere quelli degli altri.

Eugène Delacroix – La Libertà che guida il popolo

L’assertività nasce come strumento e tecnica per far fronte a carenze nell’apprendimento di forme della comunicazione e dei comportamenti sociali all’interno delle relazioni interpersonali.
Nel corso del tempo, l’assertività ha acquisito valore culturale, tanto da essere oggi considerata anche una filosofia di vita.

In questo primo articolo sull’assertività parlerò di questo. Inizio proprio dei suoi principi, perché senza comprenderne i significati e i sensi che la ispirano, i modi operativi, le tecniche, e gli esercizi che le hanno dato vita, non possono sortire alcun risultato positivo. Ciò perché applicare modalità comportamentali e tecniche proprie dell’assertività in modo meccanico, genera comportamenti asettici incomprensibili, scollegati con la realtà umana e sociale delle persone con cui si entra in relazione, ma soprattutto senza avvertire – dentro di sé – le giuste motivazioni razionali, gli obiettivi reali, la giusta interpretazione degli eventi.

Il valore culturale ed etico emerge con chiarezza nei suoi contenuti ideali: libertà, amore verso se stessi, reciprocità, responsabilità.

Il principio di libertà è intesa come libera manifestazione ed espressione dell’autodeterminazione dell’individuo, non soggiogata dai condizionamenti sociali, culturali, dai costumi locali o dominanti, dalle pressioni provenienti dall’esterno. L’uomo assertivo non ignora o rigetta gli stimoli e le istanze provenienti dal mondo sociale, semplicemente non se ne fa dominare, influenzare negativamente o passivamente; egli è conscio dei propri diritti e adotta quei comportamenti necessari, opportuni e strategici per ottenerne il rispetto.

L’amore verso se stessi è un fattore primario e necessario per l’equilibrio interiore dell’individuo. Questo sentimento è strettamente collegato all’accettazione di sé. Le persone timide o afflitte dall’ansia sociale in generale, sviluppano e talvolta manifestano sentimenti negativi nei propri confronti, giungendo a rigettare, rinnegare, rifiutare la propria corporeità, la propria personalità in parte o in toto, il carattere; spesso se stessi nella totalità. Tali tipi di sentimenti allontanano l’individuo dalla cura di se stessi sia in termini fisici e materiali, sia in termini emotivi, sentimentali, psicologici. L’uomo assertivo invece, non prescinde mai da un sentimento di benevolenza e amore per la propria persona, egli pone al primo posto se stesso, senza però, ignorare l’universo umano che lo circonda, l’ambiente in cui vive. Amare se stessi significa dare valore alla propria persona, a prescindere dalle condizioni sociali in cui si vive, avendo cura di sé, nel corpo e nella mente: la locuzione latina “mens sana in corpore sano” è quanto mai azzeccata.

Nel momento in cui si parla di diritti e di libertà, non si può ignorare che esistono anche gli altri e che non si può pretendere da essi, ciò che a loro neghiamo. Il principio di reciprocità è, dunque, essenziale perché il singolo individuo possa esistere in unione o in comunione con gli altri. Il concetto fondante di questo principio è il rispetto: dei diritti, delle idee, delle emozioni, dei sentimenti di tutti coloro che entrano in relazione con noi, sia in modo diretto, sia in modo indiretto.

Ogni essere umano, nel momento in cui agisce, opera una scelta. Vivere in un contesto di relazioni sociali e umane, significa anche assumersi la responsabilità delle proprie scelte. È una responsabilità che va esercitata tanto verso se stessi, quanto verso gli altri. Sfuggire a questo dovere, equivale a negare la propria identità, a rinunciare all’esercizio dei propri diritti e del loro riconoscimento da parte degli altri, a reprimere le proprie aspirazioni, emozioni, sentimenti, al rifiuto o alla rinuncia di un rapporto chiaro, diretto e comprensibile da parte degli altri.
Nel momento in cui un individuo sceglie di affermare la propria libertà, ha anche il dovere di assumersi la responsabilità delle conseguenze che ne derivano. L’uomo assertivo non scarica sugli altri i propri errori e le proprie colpe, ne lo fa addebitando tutto ad un cattivo destino. Se è pur vero che certe condizioni sociali possono incidere negativamente sulla nostra vita, è vero pure che in egual misura, anche noi siamo artefici delle nostre fortune o sventure.

 

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