Con quest’articolo finisco il discorso iniziato la scorsa settimana su cosa fare o dire, e su casa non dire o fare con una persona che soffre di depressione. Inizierò proprio partendo da dove mi sono fermato nel post precedente.
Procurano danno anche comportamenti ricattatori, manipolativi, rimproveranti o che si muovono in un ambito di tipo morale.
Quando si è di fronte ad una persona che soffre di depressione, bisogna rendersi conto che la sua condizione psicologica e i suoi comportamenti, non esprime una sua scelta, né il suo modo di vedere e concepire le cose, non è l’espressione della sua cultura, né della sua sensibilità.
La depressione è un disturbo che produce alterazioni biochimiche nel cervello, mettendo in crisi non solo i centri decisionali, ma anche una serie di funzioni come i sistemi percettivi e motori.
Chi richiama “all’ordine” una persona depressa, dimostra di non aver compreso, né di riuscire a immaginare cosa sia la depressione. Rivolgersi a un depresso, in modo manipolativo, rimproverante o in qualche modo moralistico, produce solo un’ulteriore sofferenza, senso di solitudine e isolamento, percezione degli altri come soggetti insensibili, cinici o avversi.
Perciò va evitato di dire cose del tipo:
Cerca di crescere, invece di fare la vittima. Fai tutto questo solo per attirare