La condizione immatura

La condizione immatura

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente, Il sistema cognitivo

Quando gli schemi cognitivi si formano prima dell’età adolescenziale, anche se restano latenti, abbiamo a che fare con credenze di base che sono andate a formarsi in età nelle quali il livello di sviluppo del cervello, non è sufficiente a far rendere cosciente il soggetto dei limiti della convinzione che va costruendo; età nelle quali non è possibile cogliere la validità, relatività e contestualità di quelle interpretazioni che accettano e che assumono come proprie.

Max Ernst – due bambini minacciati da un usignolo

È il caso della gran parte delle persone timide e degli ansiosi sociali in generale. Ciò è tanto più vero, quanto minore è l’età del soggetto. Per comprendere meglio il significato di quanto affermato, farò qualche passo indietro per accennare brevemente la fase di sviluppo delle capacità intellettive dell’uomo.  Prima dei quattro anni, il bambino è in una fase pre-concettuale, a qualsiasi cosa che giunge alla sua attenzione, egli attribuisce vita animata. Prima dei sette anni, conferisce alle cose proprietà intrinseche e, non avendo ancora sviluppato la capacità di pensare in modo deduttivo e induttivo, a quanto non riesce a dare una spiegazione, gli conferisce significati e sensi in modo emotivo; per fare un esempio, se gli si dice che è stupido o che è cattivo, assume tali dichiarazioni come caratteristiche proprie e innate: la sua mente forma credenze di b

Il potere dei pensieri

Il potere dei pensieri

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente, Il sistema cognitivo

Quando sosteniamo che la timidezza e le altre forme di ansia sociale si formano nel nostro sistema cognitivo, affermiamo implicitamente che il principale veicolo di trasmissione di questo processo sono i pensieri.

Joan Mirò – parole dipinte

Attraverso i pensieri possono circolare e interagire tra loro elementi della memoria, le percezioni che intercettiamo, ciò che abbiamo appreso, il linguaggio verbale, cioè le parole che utilizziamo anche nel nostro dialogo interiore, le immagini fisse o in movimento. Dentro i pensieri si svolgono i nostri ragionamenti, le valutazioni, le scelte. Da essi discendono tutte le nostre azioni. Quando viviamo un’esperienza, siamo raggiunti da stimoli esterni o interni, li interpretiamo e valutiamo con l’attività del pensare. I pensieri sono il luogo dell’interazione  e, l’interazione stessa, tra memoria e il processo del ragionamento, tra dati di conoscenza e la loro elaborazione.

I pensieri partecipano anche a costruire e sostenere motti, assunzioni, precetti, leitmotiv, slogan, che vanno a costituire anche l’insieme delle credenze intermedie, oltre a presentarsi pure nelle loro modalità automatiche.

Sono anche l’espressione del nostro stato cosciente (che non necessariamente è reale consapevolezza). Ed è nel passaggio dalla coscienza alla consapevolezza, che si consumano le contraddizioni logiche e/o interpretative che caratterizzano

Timidezza e motivazione

Timidezza e motivazione

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente, I problemi delle persone timide

La motivazione è un processo in cui si organizza una configurazione di esperienze e azioni finalizzate a un determinato scopo e in relazione a date condizioni interne o ambientali.

Esse hanno a che fare con le ragioni per le quali una persona pone in essere determinati comportamenti per raggiungere l’oggetto del proprio obiettivo. Non entrerò nel merito delle varie teorie sulla motivazione poiché ciò esula dagli intenti di quest’articolo, a noi interessa la relazione tra ansia sociale e motivazione.

Marc Chagall – pittore alla luna

Gli scopi possono essere orientati verso l’ottenere o evitare un determinato risultato, possono anche essere abbandonati qualora i mezzi disponibili non permettono il loro raggiungimento. Questi due fattori sono presenti frequentemente nel comportamento dell’ansioso sociale.

Le persone timide sono permeate da pensieri che soggiacciono a determinate credenze disfunzionali, le quali fanno riferimento a idee negative riguardanti sé stessi, gli altri, il mondo inteso come consesso sociale.

Ciò significa che la timidezza induce a percepire sé stessi come soggetti gravemente carenti in determinate abilità sociali, capacità di far fronte efficacemente a certe situazioni, in amabilità o attraibilità o accettabilità come soggetto fisico o come persona; a percepire gli altri come soggetti gravemente carenti o fortemente dotati  negli stessi

Introversione ed estroversione – seconda parte

Introversione ed estroversione – seconda parte

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente

SECONDA PARTE

La relazione tra introversione e timidezza

L’introversione e l’estroversione, costituiscono due diversi modi di adattamento sia al mondo sociale, sia a quello materiale. Queste due modalità convivono in ogni individuo e interagiscono tra loro. È il prevalere di una modalità sull’altra che determina il tipo psicologico.

Carlo Carra – verso casa

Date le caratteristiche di queste due modalità, possiamo dire che una persona estroversa ha uno spirito pratico, più proiettato verso l’intraprendenza e con un maggiore dinamismo nel raggiungere gli obiettivi che si propone, dall’altra parte una persona introversa tende al raccoglimento e alla riflessione, sviluppa capacità critiche, è proiettato verso la progettualità delle idee e, muovendosi nel campo dell’astratto, alimenta le capacità creative, ma per contro ha una più lenta capacità di adattamento.

Mentre gli individui estroversi danno maggiore priorità alle relazioni sociali e alla vita mondana, gli introversi prediligono ricercare i propri interessi dentro di sé. 

Essendo più attratto dall’oggettività esterna e meno indagatore, l’estroverso è più portato a sviluppare una vasta rete di relazioni, mentre l’introverso mostra maggiori capacità empatiche e un maggiore interesse verso l’impegno sociale caratterizzati d

Relazione tra ansia e comportamento

Relazione tra ansia e comportamento

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente, Le emozioni

Prima di addentrarmi in questa trattazione, penso sia bene chiarire la differenza tra ansia, comunemente intesa, e ansia sociale. Ho notato che spesso si fa confusione tra queste terminologie.

Savina Lombardo – timorosa emozione

L’ansia sociale è una categoria che raggruppa una pluralità di forme di disagio sociale e/o di disturbi psicologici; fenomeni che vanno dalla normalità alla patologia. Forme dell’ansia sociale sono, ad esempio, la timidezza, la fobia sociale, il disturbo evitante della personalità, forme intermedie o specifiche di questi disagi e altri fenomeni analoghi.

L’ansia è la reazione emotiva e fisiologica a eventi che mettono in allarme l’attività cognitiva. È dunque la risposta a una condizione mentale che prefigura dei rischi. È anche un sintomo che avvisa l’individuo quando accade una situazione che il sistema cognitivo considera pericoloso.

Quando l’ansia si attiva, crea un vortice in cui vengono trascinati i pensieri che vanno in fibrillazione e che conducono a comportamenti condizionati.

In questi casi il comportamento costituisce una reazione liberatoria dall’ansia.

Il soggetto timido, l’ansioso sociale, quando si manifesta l’ansia, avverte il bisogno di uscire da quella condizione viscerale di sofferenza fisiologica ed emotiva che può produrre vere e proprie crisi di panico.

Gli stessi as

Ansia anticipatoria e pensieri disfunzionali

Ansia anticipatoria e pensieri disfunzionali

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Premessa 

 

Nella psicoanalisi l’inconscio non è raggiungibile dal soggetto e non è controllabile, vi si accenderebbe solo attraverso tecniche come l’ipnosi, l’interpretazione dei sogni e delle libere associazioni.  Questo modo di concepire le attività cognitive interne dell’individuo, fa sì che il soggetto sofferente non è ritenuto in grado di accedere ai segreti remoti della propria mente se non attraverso l’interpretazione o le spiegazioni addotte dallo specialista.

 

Salvator Dalì – La nascita di liquide paure

Se il comportamentismo apre la strada alla comprensione dei processi d’apprendimento e di sedimentazione dei modelli comportamentali, il cognitivismo sostituisce al concetto psicoanalitico di inconscio, quello del sistema cognitivo, concepito come un insieme di processi che, se pure non rende un soggetto immediatamente consapevole di essi, per via della loro automaticità, è raggiungibile con l’esercizio.  Queste concezioni riconoscono, all’uomo, la possibilità di accedere alla propria mente interiore, di operare per modificarne i processi cognitivi, di acquisire consapevolezza e capacità di modificazione dei comportamenti abitudinari.

È sulla base di questo nuovo approccio nel concepire le possibilità operative dell’individuo, verso se stesso e il proprio mondo interiore, che oggi voglio parlare d

Timidezza e apprendimento

Timidezza e apprendimento

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente

 

Magritte – la memoria

Oggi prenderò spunto da un quesito che mi è stato posto: La timidezza incide sulla capacità o sulla disposizione ad apprendere?

 

Diciamo subito che la capacità di apprendere è propria del mondo animale e, in particolar modo dell’uomo. Il problema è, se e come, tale abilità viene messa in campo.

Sicuramente la disposizione mentale verso l’apprendimento risente dello stato psicologico dell’individuo. I fattori fondamentali che incidono sulla capacità di apprendere sono la motivazione e l’attenzione.

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Ansia: cosa è

Ansia: cosa è

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente, Le emozioni, Origine e cause delle ansie sociali e della timidezza

L’ansia è la risposta ad una condizione mentale e fisica che produce pensieri, valutazioni e previsioni, tutte di segno negativo. Ma perché viene l’ansia? A questa domanda si può rispondere in vario modo, secondo diversi punti di vista, e che pertanto a mio parere, sono da considerarsi complementari tra loro. Penso che sia bene fare qualche ragionamento su ciò che la provoca, e di porci quindi un’altra domanda. Cosa accade prima che sovviene l’ansia?

René Magritte – Presenza della mente

Quando un individuo timido viene a trovarsi in una situazione per lui difficile da vivere o da gestire, la sua mente è pervasa da una serie di pensieri che svolgono le funzioni di valutazione della circostanza, valutazione dei propri personali mezzi, previsione dei possibili esiti ad ipotetiche azioni che egli potrebbe attuare. L’operazione che il soggetto svolge è dunque un processo “istruttorio” che ha come finalità lo stabilire il comportamento e le azioni più consone al raggiungimento dell’obiettivo che si vuol perseguire. Giacché una persona timida assegna ai suoi processi mentali istruttori, sempre dei valori negativi, inevitabilmente riceve da questi, l’indicazione di trovarsi in una situazione di rischio.

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Il circolo vizioso della timidezza

Il circolo vizioso della timidezza

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente, Origine e cause delle ansie sociali e della timidezza
La timidezza e l’ansia sociale in generale, si autoalimentano. In una persona timida quando sta per vivere una situazione ansiogena, cominciano ad affiorare pensieri che riflettono la sua condizione psicologica, parte di essi vengono alla mente, senza che il soggetto abbia svolto alcun lavoro di ragionamento razionale e spesso non vi è nemmeno piena coscienza, sono i pensieri automatici. Indipendentemente se questi siano auto eseguiti o meno, basta ad innescare un processo che si conclude con le valutazioni, talvolta inconsce, operate ad azione conclusasi con il comportamento che determina la fine della situazione. I pensieri iniziali riguardano l’idea che si ha di sé, in merito alle abilità che si posseggono nell’esperire quella data situazione, o all’idea che si ha degli altri, riferita alle loro disponibilità, questa fase corrisponde all’analisi delle potenzialità, dei mezzi disponibili e della congiuntura.  Le idee del se, non sono mai positive, sono sempre improntate verso l’inadeguatezza. Giacché il sistema cognitivo ha la funzione principale di valutare le possibili conseguenze di un’azione, per determinare un comportamento appropriato al raggiungimento degli obiettivi posti, accade che, la fase immediatamente successiva all’analisi dei mezzi disponibili, è la previsione degli esiti seguenti alla partecipazione del soggetto agli eventi. Il pronostico di quest’ultima fase, non è percepita come ipotesi ma appare come certezza, ed è sempre
La causa della timidezza è genetica?

La causa della timidezza è genetica?

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente
Dallo studio del genoma umano non sono emersi, a tutt’oggi, elementi che lo confermano. Tuttavia vari studi inducono ad ipotizzare che possa esserci un’origine genetica dei disturbi d’ansia, e quindi della timidezza.  Nel 1992 uno studio dello psichiatra Kenneth Kendler, fatto su un campione molto ampio di 3700 gemelli, faceva emergere alcuni dati interessanti. Nei casi di gemelli omozigoti (nati da una cellula fecondata da uno spermatozoo ed aventi identico patrimonio genetico), se uno di loro era ansioso, nel 24% dei casi, lo era anche l’altro; La percentuale scende al 15% nei casi di gemelli di zigotici (nati da due diversi ovuli secondati da due diversi spermatozoi). Uno studio longitudinale (monitoraggio nel corso degli anni), iniziato nel 1989 diretto dal dr. Jerome Kagan, e tutt’ora in corso, ha studiato il temperamento di bimbi appena nati e ne ha seguito la loro evoluzione sino ad oggi (attualmente hanno 21 anni). L’importanza del lavoro di Kagan è data dal fatto che gli individui presi in esame sono stati osservati durante tutto il loro processo di crescita fisica e comportamentale, dalla nascita alla maggiore età. Per maggior chiarezza diciamo subito che il temperamento è definibile come la tendenza innata nello sperimentare e nel reagire, nei confronti dell’ambiente, in modo tipico, è la base biologica della personalità. Ad esempio tratti del temperamento sono, l’inibizione nei confronti del nuovo, la tendenza sociale, l’attenzione p