Nella timidezza, e in ogni forma di ansia sociale, i comportamenti disfunzionali assumono carattere abituale e automatico finendo, così, con l’essere espressione del carattere del soggetto.
Margherita Garetti – Punti di vista
Dato che i comportamenti disfunzionali delle persone timide, sono il prodotto di processi cognitivi che generano emozioni di sofferenza e inibizione ansiogena, il carattere di tali individui assume tratti che non trova corrispondenza con i significati positivi che il gruppo o la comunità conferisce ai comportamenti sociali condivisi e loro corrispondenti modelli comportamentali. I comportamenti evitanti, di estraniazione, di distrazione, sono generalmente interpretati come indisponibilità all’interazione, non interesse ad appartenere al gruppo o alla comunità, tendenza alla discriminazione sociale (snobismo), disinteresse verso gli obiettivi comuni del gruppo o della comunità.
Tuttavia, il carattere emotivo dell’ansioso sociale viene percepito dagli altri.
Quel che viene a mancare è la comprensione del collegamento tra il tratto caratteriale emotivo e le motivazioni comportamentali. In pratica le persone, non potendo accedere ai flussi di pensieri del soggetto timido, non potendo avvertire le sue emozioni interiori, valuta i comportamenti per ciò che appaiono e non per ciò che sono. Una difficoltà di c