Pur se non sono da considerare cognizioni strutturali, questi pensieri entrano a far parte, a pieno titolo, degli schemi cognitivi.
I pensieri automatici hanno alcune caratteristiche:
- Sono cognizioni, eventi mentali o immaginativi del flusso di coscienza. Non sono necessariamente pensieri che si esprimono in forma verbale, possono essere immagini mentali, sequenze visive (es. ho paura di annegare e immagino la scena di affogare nell’acqua), possono essere percepite come un sapere già dato implicito, possono presentarsi come un “sentire”, presentarsi sotto le mentite spoglie di emozioni.
- Precedono sempre le fasi decisionali e l’azione.
- Per la persona che li pensa, sono il solo modo plausibile di interpretare un aspetto della realtà; essendo automatici sono considerati, e in modo inconscio, l’unico pensiero possibile.
- Vengono alla mente in modo automatico e la loro automaticità fa sì che si attivano come “routine”.
- Quasi sempre le persone non si rendono conto di averli avuti, (i timidi mai) e ciò perché si ha difficoltà, non abitudine o mancato esercizio nel focalizzarli. Di essi non se ne conserva memoria.
- Non sono risultato di elaborazioni razionali.
- Utilizzano sempre la stessa modalità nell’assegnazione di significato agli eventi, cosa che varia da individuo a individuo.
- Non raggiungono mai il livello di consapevolezza sulla loro origine e causalità.
- Sono elementi di superficie dello schema cognitivo attivato ed esprimono giudizi o interpretazioni di eventi, legati a determinate risposte comportamentali ed emotive.
- Durano pochi istanti e attraversano la mente velocemente.
- Si attivano quando si è in procinto di vivere una esperienza, quando bisogna fare una scelta comportamentale nell’ambito di una interazione sociale (discorsi, esprimere pareri o idee, approcciarsi a persone, ecc.), quando si pensa a queste cose, quando si ipotizza una azione, un comportamento in ambito relazionale.
La loro automaticità, come avrai intuito, è data dal fatto che attraversano la mente con alta frequenza. Questa reiterazione continua diventa abitudinaria, per cui, nei momenti topici funzionano come routine che non hanno bisogno di alcuna elaborazione razionale.
I pensieri automatici attingono alle cognizioni strutturali che sono inconsce. Abbiamo visto, nei precedenti articoli, che le credenze di base e quelle derivate intermedie, sono alla base di ogni processo mentale, infatti, sono informazioni catalogate, classificate e categorizzate che funzionano come una sorta di manuale di pronto uso cui la mente accede per economizzare i tempi elaborativi.
Allo stato cosciente giungono solo le fasi finali dei processi di elaborazione, ciò per non impegnare risorse cerebrali che, diversamente, risulterebbero particolarmente impegnative, laboriose e dai tempi molto lunghi. I processi mentali automatici, non impegnando la coscienza di ordine superiore (ma anche quella primaria), permettono a quest’ultima una più efficace attività di sintesi e decisione.
La dinamica che attiva un pensiero automatico è generata dall’interazione reciproca tra l’area limbica del cervello (luogo dove sono generate le emozioni) e l’area corticale (corteccia e neocorteccia) che è il luogo deputato alla generazione e conservazione delle cognizioni.
Concretamente, nelle situazioni topiche, si attivano le emozioni e queste fanno sì che siano richiamate dalla memoria precedenti esperienze che vengono rivissute anche con intensità, oppure accade che il richiamo dalla memoria del vissuto emotivo mette in moto pensieri che attivano le emozioni. Che partano da un luogo o dall’altro, si verifica sempre un processo circolare che mantiene in costante attività sia i processi cognitivi, sia quelli emozionali che si condizionano reciprocamente.
I pensieri automatici, a conti fatti, appaiono come una sorta di sintesi delle prerogative personali descritte nelle credenze o come processi previsionali.
Negli ansiosi sociali, quindi anche nelle persone timide, i pensieri automatici si presentano sempre in chiave negativa, nel senso che si rifanno a credenze disfunzionali o svolgono previsioni con esiti negativi.
Va notato che spesso, i pensieri automatici possono esprimere, in modo diretto, le credenze di base. Non a caso, è possibile poter individuare le credenze di base già analizzando i pensieri automatici. Con la differenza che mentre le credenze di base sono informazioni profonde definitorie del sé, i pensieri automatici sono conclusioni finali di processi elaborativi o richiamo alle credenze di base.