Il timido depresso

Il timido depresso

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È possibile la coesistenza di un’ansia sociale come la timidezza con problemi dell’umore come la depressione.

Edward Hopper – senza titolo

Le ansie sociali sono disagi nell’interazione interpersonale caratterizzate da stati ansiosi e in cui le emozioni sono di breve durata anche se, talvolta, reiterate per mezzo del circolo vizioso innescato da processi cognitivi, la depressione è un disturbo dell’umore, il che implica stati emotivi permanenti.

Bisogna anche fare una distinzione tra umore ed emozione. 

L’emozione è una sensazione interiore e fisiologica temporanea (da pochi secondi a qualche minuto al massimo) ed è innata nella specie umana e nel mondo animale; l’umore, invece, è una condizione prolungata di uno stato principalmente emotivo che può durare anche diversi giorni e, nei casi patologici, anche interi mesi. Ma l’umore può essere causato anche da altri fattori.

A volte ci svegliamo la mattina e sentiamo di essere di cattivo o buon umore e non sappiamo neanche perché; a volte, subentra improvviso o in dissolvenza dell’umore precedente.

La depressione è caratterizzata da un umore dimesso, e l’emozione che la rappresenta è la tristezza. La timidezza è caratterizzata dall’ansia e l’emozione che più la rappresenta è la paura.

Negli stati depressivi la tristezza esprime il sentimento della perdita, di una persona amata, d

Il problema dell’indecisione nella timidezza

Il problema dell’indecisione nella timidezza

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Una delle peculiarità delle persone timide è l’indecisione. Nella mente del soggetto ansioso, l’indeterminazione nelle scelte e nelle decisioni, è spesso veicolata dall’idea dell’inopportunità.

Giovanna Fabretti – indecisione

La difficoltà nel trasformare una decisione in azione e, spesso, anche nell’attività stessa del decidere, viaggia parallelamente all’insicurezza.

Appare molto evidente il collegamento a un problema di bassa autostima.

Tuttavia, l’indecisione può anche essere legata a una carenza di abilità nel problem solving o essere indotta dalla tendenza a ragionare sulle cose in termini di problema più che in termini di obiettivi o risultati; ciò comporta sicuramente uno stallo nel processo valutativo dovuta alla particolare focalizzazione sul problema.

Diversi sono i tipi di paura riscontrabili nella problematica dell’indecisione. Una diversità, ma anche una compresenza, che si presentano in funzione della tipologia delle credenze di base e degli schemi cognitivi attivati.

Maggiore è il livello di coinvolgimento del bisogno di appartenenza, maggiore è anche il timore del rifiuto, dell’essere oggetto di valutazioni negative altrui, di sbagliare.

In questi casi, nel pensiero della persona timida, sembra non giungere mai il momento giusto per affermare diritti, bisogni o sentimenti. In questa modalità sospesa, tali persone

Timidezza e bisogno di appartenenza sociale

Timidezza e bisogno di appartenenza sociale

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Tutti sappiamo che l’essere umano è un animale gregario. L’essere parte di un gruppo, di una comunità, di un nucleo ristretto come la famiglia, è vissuto e sentito, come bisogno primario, come necessità esistenziale. Non a caso l’appartenenza sociale è un fattore fondamentale dell’equilibrio psichico di ogni individuo. Sin dagli albori l’aggregazione ha costituito la forma economica del vivere, favorendo la ripartizione dei compiti.

Jean Michel Basquiat – autoritratto

Ogni individuo è impegnato costantemente, nella propria vita, a essere accettato, benvoluto, rispettato. In funzione di questi obiettivi egli prova a mostrare il meglio di sé, cercando sempre di porre in evidenza le personali qualità positive.

La società umana si è tanto articolata, divenendo sempre più complessa, da sottoporre il livello di socialità a un insieme di modelli culturali e comportamentali che presuppongono il possesso di abilità sociali e una sempre maggiore capacità di adattamento. L’adattabilità sociale dell’uomo è paragonabile, anzi, direi parallela, alla capacità di adattamento delle forme di vita all’ambiente in cui vivono.  Nel mondo animale e vegetale il mancato adattamento ambientale costituisce il fattore di estinzione o di morte; nei sistemi di aggregazione sociale dell’uomo, ma anche in altre specie animali, fa la differenza tra l’essere che si riproduce e produce e q
Il problema di incrociare gli sguardi nella timidezza

Il problema di incrociare gli sguardi nella timidezza

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Le persone timide temono fortemente di rivelare la propria timidezza, soprattutto quando a questa associano l’idea di debolezza, di incompletezza, di fallimento.

Roberta Cavalleri – white desperation

La persona timida non avverte su di sé l’imperfezione dovuta all’essere un umano, ma l’imperfezione che va oltre la normalità, anzi, che delinea la anormalità.

Talvolta si sente sbagliata, difettosa per nascita; in altri casi, prevale l’idea del fallimento di sé come persona; spesso, si convince di essere incapace di raggiungere gli scopi, di trovare soluzioni congrue, di fronteggiare efficacemente situazioni ed eventi; anche il pensiero di essere inabile alla socialità è da annoverare tra i convincimenti limitanti che caratterizzano la definizione del sé degli individui timidi. Spesso, si sentono tutte queste cose messe insieme.

Nella timidezza, la diversità di sé che si avverte rispetto agli altri, è di quelle che creano un solco ben profondo tra la propria persona e l’ambiente cui si vorrebbe appartenere o all’insieme sociale.

È una diversità sentita come fattore socialmente escludente, isolante, marginalizzante; in pratica, che impedisce di vivere un sentimento di appartenenza e godere dell’accettazione da parte degli altri. (altro…)

Timidezza, senso d’inadeguatezza e procrastinazione

Timidezza, senso d’inadeguatezza e procrastinazione

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La procrastinazione è un comportamento molto diffuso nell’umanità. Per tantissimi individui costituisce anche un problema quando diventa un tratto abituale del comportamento. In questi casi si può parlare di procrastinazione patologica. I fattori che sottendono alla procrastinazione sono vari e, spesso, sono in relazione alla natura dell’oggetto procrastinato. 

Roberta Cavalleri – sprecato

Si può rinviare ciò che non ci piace fare, o che viene richiesto da altri, o che prefigura un impegno che non ci sentiamo di assumere, o perché non rientra nei nostri interessi, a volte perché prefigura un obbligo o una pretesa, in certe occasioni perché le nostre preferenze sono orientate in altre direzioni, quasi sempre, perché non siamo motivati, e in altri casi, quando le motivazioni sono antagoniste.

Nelle ansie sociali, entrano in gioco anche le credenze disfunzionali del sé. In più occasioni, ho descritto la timidezza come una forma di disagio sociale di natura cognitiva cui sottendono credenze negative sul sé inerenti a idee di inadeguatezza specifiche o generalizzate. Sappiamo che quando delle credenze di base riguardano la definizione del sé come soggetto inabile all’interazione sociale o incapace a far fronte con efficacia a eventi situazioni e comportamenti, tutti i processi cognitivi che ne conseguono tendono a conclusioni previsionali negative. “Non mi riesce, non ce la
La difficoltà nell’esprimere i sentimenti

La difficoltà nell’esprimere i sentimenti

Pubblicato da: Categorie: I problemi delle persone timide, Le emozioni
Uno degli aspetti più complessi che possiamo riscontrare nelle persone afflitte da forme di ansia sociale come, ad esempio, la timidezza o la sociofobia, è l’arenamento nella manifestazione dei sentimenti e delle emozioni.

Alessio Serpetti -IL SILENZIO DELL’ANIMA

La complessità di questa problematica è data dal fatto che all’origine possono esservi diversi fattori causali e, spesso, coesistenti.

Così tra le causali, possiamo intravvedere: L’essere cresciuti, e vissuto, in ambienti anassertivi in cui vi è carenza o assenza di comportamenti espressivi delle emozioni, il che genera un problema di mancato o inadeguato apprendimento. In questo caso, l’ anassertività produce l’impossibilità, per un infante o un bambino, di apprendere modelli comportamentali di manifestazione di emozioni e sentimenti, ciò perché vengono a mancare esempi di riferimento. L’essere cresciuti, e vissuto, in ambienti in cui la repressione della manifestazione emotiva è caldeggiata fino a essere un precetto, espressione di forma culturale e morale del nucleo familiare. In questi casi l’espressione emotiva è considerata socialmente inadeguata, inopportuna, segno di debolezza (considerata a sua volta in chiave fortemente negativa). Questo tipo di cultura è parecchio diffusa e, nei secoli trascorsi, è stata considerata come tratto distintivo di valore. Considerare l’espressione emotiva come un comport
Perché gli ansiosi sociali hanno difficoltà a inserirsi in un gruppo?

Perché gli ansiosi sociali hanno difficoltà a inserirsi in un gruppo?

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Il modo di come interpretiamo gli eventi e tutta l’attività della nostra mente, è un pullulare di pensieri. Anche quanto crediamo di non pensare, la nostra mente sta pensando.

Edward Hopper – s.t.

Quando dico che la timidezza, e le altre forme di ansia sociale, sono di natura cognitiva, è implicito che c’è lo zampino determinante dei flussi di pensiero che attraversano la nostra mente.

Le difficoltà che si vivono nell’inserimento sociale, nel partecipare attivamente a una discussione, nell’esprimere pareri e pensieri, nel creare relazione, dipendono, in primis, dai pensieri evocati dalla nostra mente in merito a tali attività. Ma quali sono i problemi di base che agiscono in questi casi?  Direi che c’è il bisogno-necessità-esigenza di essere parte di un contesto sociale, cioè, di un gruppo, di una comunità, o anche di una coppia. E ciò deriva dal fatto che l’essere umano è un animale sociale che riesce a realizzare sé stesso, compiutamente ed efficacemente, se è inserito in un contesto costituito da una pluralità di persone che condividono determinati obiettivi, culture, interessi. Il bisogno di appartenenza diventa, quindi, un valore cui l’individuo conferisce importanza primaria e validità fondante del proprio sé sociale. Sappiamo che maggiore è il valore che conferiamo a un fattore, un bisogno, eccetera, maggiore è anche il livello di attenzione che vi

La dispersione dell’attenzione nelle ansie sociali

La dispersione dell’attenzione nelle ansie sociali

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“Qualsiasi cosa debba fare, penso sempre a tutt’altro”; “viaggio troppo con i pensieri: quando lavoro, quando sto con gli altri, in ogni luogo”;” non sto mai nella realtà, sono sempre preso dai pensieri”; “sto sempre a fantasticare su una realtà che non esiste”; “non riesco a stare attento su niente, son troppo preso dai miei pensieri”; “penso troppo, non riesco neanche a stare attento quando qualcuno mi parla”.

Edward Hopper – sole del mattino

Amare considerazioni frequenti nelle persone timide e negli ansiosi sociali, in generale. Spesso sono anche seguite da giudizi critici e negativi su sé stessi.  L’ansioso sociale legge questo fenomeno come una propria incapacità a controllare flussi di pensieri che gli si presentano alla mente con abitudinarietà e automaticità.

Nella realtà, si tratta di una inibizione nell’esercizio delle capacità di controllo. 

Il carattere abituale e automatico di questi flussi di pensieri, fa sì che essi pervengono alla mente bypassando talune fasi del processo elaborativo. L’ansioso sociale viene a trovarsi in una situazione per la quale non riesce ad avere il controllo di quei flussi di pensiero che si presentano in modo automatico e che si svolgono in modo abituale. Sovente, tutto ciò si configura come evitamento cognitivo, cioè un comportamento mentale finalizzato alla distrazione, ad evitare lo svolgimento

Essere asociale nell’ansia sociale

Essere asociale nell’ansia sociale

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Spesso utilizziamo il termine “asociale” in modo improprio, nel senso che tale parola afferisce a un individuo insensibile ai fatti, ai problemi e alla vita sociale, non interessato per nulla alla socialità.

Lucia Schettino – La caduta delle mie forze

La persona afflitta da ansia sociale aspira a una socialità piena, soffre per il senso di non appartenenza o nel percepire sé stessa come appartenente in modo precario. Il suo problema, sta nella difficoltà che incontra nell’interagire con gli altri. 

I suoi tentativi di relazionarsi si risolvono, generalmente, in un insuccesso dovuto all’adozione di comportamenti non funzionali al relazionamento sociale, oppure al condizionamento dovuto all’ inibizione ansiogena. In questo modo, la persona timida, accumula sequenze anche consecutive d’insuccessi, e ciò produce sentimenti negativi, dolore per la non appartenenza, l’idea di un sé come fallito o incapace, l’idea degli altri come indisponibili e respingenti. Dunque, da una parte si convince di non essere abile o capace, che si traduce con un giudizio negativo su sé stessa all’insegna del concetto del fallimento; per un’altra parte percepisce gli altri come distanti e non ben disposti; per altra parte ancora egli vive, nella sua emotività, lo scoramento, il senso di impotenza, l’ineluttabilità della propria condizione, la solitudine.

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Sesso e timidezza

Sesso e timidezza

Pubblicato da: Categorie: I problemi delle persone timide
In molte forme di timidezza la sessualità è motivo d’ansia perché tocca diversi tipi di timore: di una cattiva prestazione, di un’inadeguatezza fisica, di un’inabilità comportamentale, di un’incapacità al soddisfacimento del/la partner, di un blocco fisiologico.

Egon Schiele – l abbraccio

La timidezza è un disagio sociale di natura cognitiva ed esiste solo in virtù dell’interazione interpersonale. Fuori da quest’ambito non esiste.

È proprio questa sua natura cognitiva a generare i problemi che stanno alla base dell’ansia da prestazione, dell’ansia da relazione o dell’ansia da rapporto sessuale. A farla da padrone è l’idea d’inadeguatezza che la persona timida ha di sé stessa e, in certi casi, di una generica idea d’indisponibilità dell’altro/a. Il senso d’inadeguatezza può riguardare vari ambiti, l’incapacità a gestire efficacemente situazioni, la difettosità costitutiva della propria persona, l’idea di non essere sufficientemente amabile o meritevole di amore, l’idea di non corrispondere agli standard che l’individuo timido ritiene essere quelli socialmente riconosciuti o che adotta come propri. 

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