Analogamente al rimuginìo, la ruminazione è un processo cognitivo che implica pensieri negativi ripetitivi e che, spesso, diventano incontrollabili.
Anche in questo caso l’uomo rumina perché percepisce dei problemi fondati su eventi negativi passati o sulla condizione emotiva nel presente.
A differenza dal rimuginìo, la ruminazione, però, è rivolta al passato o al momento presente; quindi, differisce sia per contenuto che per struttura formale.
È anche descritta come una categoria di pensieri coscienti e strumentali che ruotano intorno a un tema e che si presentano anche quando non esiste nessun stimolo ambientale.
Nella timidezza e in altre forme di ansia sociale, la ruminazione è, in primo luogo, ripetizione, quasi ossessiva, del ricordo; in secondo luogo, è valutativa delle esperienze trascorse e del sé o degli altri.
Proprio per queste due caratteristiche è un attivatore di ansia ed emozioni anche in modo prolungato.
L’attività ruminante si focalizza fondamentalmente sull’inadeguatezza personale, il fallimento, la perdita soprattutto di relazioni, affetti, occasioni e opportunità.
“Se non l’avessi fatto …”, “Se avessi agito diversamente …”, “Ma come ho potuto sbagliare in quel modo …”, “Perché mi sono comportato in quel modo?”, “Ho sbagliato, ho proprio sbagliato tutto”, “avrei dovuto …”, “Avrei potuto …”, “Se solo avessi capito che …”, “Se sapessi …”, “Perché è successo proprio a me?”, “Cosa ho fatto per meritare tutto questo?”.
L’idea dell’inadeguatezza, della perdita della “possibilità di”, sfocia nell’emozione dell’amarezza, del rammarico e dà spazio anche al sentimento del fallimento.
L’attività ruminante si articola sia in forma verbale, sia in forma di immagini mentali.
Queste ultime tendono a rievocare, con un flash visivo, il momento topico accaduto, che l’ansioso sociale, maggiormente, si rappresenta come espressione del fallimento: un’espressione facciale, un gesto, un quadro scenico.
Spesso, ricordo e valutazione del suo contenuto agiscono insieme.
La persona timida, rivive il trascorso guardando e giudicando.
In quest’ottica, il rammarico non si presenta come rimpianto nostalgico, ma come sentimento di tristezza giudicante.
In questo contesto non c’è superamento del passato. Gli individui timidi, gli ansiosi sociali, non riescono ad accettare le esperienze negative o infruttuose per quello che sono: cioè eventi contingenti di un momento che appartiene al passato, che non è ripetibile, che non è modificabile e che, comunque, non fa parte del presente.
Il soggetto timido, nella ruminazione, non tende a elaborare in maniera complessa le informazioni negative riguardanti il passato; sostanzialmente, non prova ad argomentare il proprio pessimismo, semplicemente lo dichiara a sé stesso in modo ripetitivo.
Nelle valutazioni positive che l’ansioso sociale fa dell’attività ruminante, spicca l’idea che essa sia utile al problem solving, che possa essere finalizzato all’evitamento delle esperienze negative future.
Nel concreto, però, la ruminazione si manifesta come un prolungato rammarico per eventi trascorsi che si consuma per mezzo della continua ripetizione del ricordo.
Purtroppo, questa attività cognitiva di rielaborazione del ricordo funziona anche come rinforzo e mantenimento del senso di vulnerabilità del sé e, dunque, dell’esasperata percezione di minaccia, di pericolo, di rischio, che perviene sia da stimoli interni che esterni.
Inoltre, il processo della ruminazione, così come accade anche per il rimuginìo, attinge a preziose risorse attentive e, di conseguenza, riduce le energie mentali, indebolisce la capacità di pensare e di prendere decisioni chiare e ponderate in condizioni stressanti.
Tutto ciò favorisce il persistere della sindrome ansiosa.
Come ho già detto il rammarico della ruminazione finisce con lo sconfinare in un atteggiamento giudicante, ovviamente in negativo, ora verso il sé, ora verso gli altri o il mondo.
In questo modo l’ansioso sociale convalida e rafforza le credenze e le metacognizioni disfunzionali sottostanti il tema sotterraneo della ruminazione.
Sei timido, ansioso? Rimugini o rumini troppo? Togli forza a
questi flussi di pensieri negativi. Pratica la mindfulness.
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