Quando un tipo di pensiero diventa abituale comincia a manifestarsi in maniera automatica.

Per usare una metafora potremmo descriverli come delle routine in un programma per computer: la mente vi ricorre economizzando sul processo elaborativo nella costruzione del pensiero.

Fatima Azimova – my abs

Il carattere automatico di tali pensieri fa sì che essi possano svolgersi nella mente in modo molto rapido, tanto da sfuggire facilmente e sistematicamente all’attenzione del nostro stato cosciente.

La difficoltà di ricordarci o renderci conto del passaggio di un pensiero automatico per la nostra mente, è ulteriormente favorita dal fatto che può presentarsi anche sotto forma d’immagine o di un rapido puro atto di coscienza.

I pensieri automatici si presentano alla mente di tutte le persone, tutti abbiamo queste “routine” che passano per la nostra testa, e tutti abbiamo difficoltà a ricordare di aver avuto questi pensieri, a essere coscienti del loro passaggio. 

Questo, non solo per la rapidità con cui si presentano, ma anche per il fatto che mentalmente siamo, in un certo senso, costantemente distratti. 
Tutto ciò che costituisce una routine, un’abitudine, che riempie la nostra quotidianità, viene vissuta da noi in modo “distratto”, cioè non dirigiamo la nostra attenzione su queste cose.

Possiamo facilmente renderci conto di questo fenomeno se pensiamo, ad esempio, che camminiamo tranquillamente per strada senza minimamente pensare al fatto che stiamo camminando, articolando i nostri arti, che prendiamo una determinata direzione di marcia, che procediamo, cioè, come se avessimo messo il pilota automatico.

I pensieri automatici, di per sé, non costituiscono un problema. Lo sono quando assumono carattere ossessivo, quando si muovono in un alveo di valutazioni negative.

Nella timidezza i pensieri automatici diventano un problema, quando si presentano come valutazione o prefigurazione di scenari, tutti in chiave negativa. 

Ciò non significa che tutti i pensieri automatici di un ansioso sociale, debbano essere, per forza di cose, sempre negativi.

Essi possono esprimere valutazioni o interpretazioni anche valide, il problema sorge quando, anche le valutazioni o interpretazioni esatte, diventano un fattore di rinforzo delle credenze disfunzionali. 
Ciò accade soprattutto quando l’interpretazione veritiera di un evento funziona come collegamento a un’idea d’inadeguatezza di sé o degli altri.

Può anche accadere che possano alternarsi, a seconda degli stati emotivi in cui ci si trova, pensieri automatici positivi e pensieri automatici negativi.

Buoni o cattivi che siano, i pensieri automatici, che si presentano su un livello assai prossimo a quello cosciente, costituiscono una sintesi di pensieri ben più profondi, le credenze di base e quelle intermedie.

L’insieme di credenze e pensieri automatici collegati logicamente tra loro, in sequenza causale e inerenti a specifiche situazioni, è definito da A.T. Beck uno schema cognitivo
Questo si attiva in concomitanza del verificarsi di un evento, una situazione o un comportamento, per similitudine o uguaglianza di avvenimenti trascorsi, le cui interpretazioni rimandano ai contenuti e ai significati delle credenze corrispondenti.

Una credenza di base può dar luogo a più credenze intermedie e, tutte insieme, si manifestano in una pluralità di pensieri automatici.

Se le credenze di base attivate sono definizioni negative del sé, degli altri o del mondo, anche le credenze intermedie e i pensieri automatici, riflettono tale negatività.

Un individuo timido ha una o più credenze disfunzionali e una pluralità di pensieri automatici negativi.

Quando le persone timide vivono, socialmente o interiormente, un’esperienza ansiogena, i pensieri automatici negativi, possono caratterizzarsi in vario modo: 

  • Avere carattere di previsione degli sviluppi della situazione con relative conseguenze;
  • Essere riferiti a prerogative della propria persona in tema di abilità nel relazionamento sociale, capacità nel far fronte con efficacia alle situazioni che si presentano, alla propria attraibilità o amabilità, all’essere meritevole o no di attenzione o accettazione; 
  • Essere riferiti al mondo sociale in termini di disponibilità, accettazione, possesso di valori etici o morali.

Come ho già accennato prima, questi pensieri possono manifestarsi sotto forma d’immagini o film mentali che, quando hanno carattere di previsione, si fermano al momento negativo clou oggetto della previsione stessa.

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