L’ansia generalizzata scaturisce dal fatto che ogni evento, situazione, contingenza, viene interpretata come contenente una minaccia immanente e assai gravosa per la propria salute, il proprio equilibrio psicologico, il proprio status sociale o economico, le relazioni interpersonali. 

George Grosz – fine della strada

Per parlare di ansia generalizzata, bisogna che si manifesti il fenomeno della preoccupazione in almeno due ambiti: salute, sociale, familiare, economico-finanziario.

In pratica, in gran parte delle situazioni, si conferisce, inconsciamente, un grado di pericolosità elevata a ciò che si sta valutando e si sviluppano pensieri previsionali che, sovente, assumono anche il tono della catastroficità.

Sembra quasi che l’ansioso radicale veda nella gran parte degli eventi ansiogeni un pericolo insito, costitutivo della situazione stessa.

Quindi da un lato c’è l’interpretazione della situazione ispirata a un’eccessiva valutazione di pericolo, dall’altro c’è il conseguente pensiero previsionale che induce a percepire sviluppi futuri negativi.

Ciò comporta che si vive con enorme apprensione tali situazioni. Difficilmente ci si rende conto, in quei precisi momenti topici, che ci si sta preoccupando in modo eccessivo e, soprattutto, difficilmente capita di avere coscienza del fatto che l’apprensione, la preoccupazione, l’ansia che si sta vivendo, è il risultato di processi cognitivi disfunzionali.

L’ansia generalizzata può scaturire da due fenomeni principali. Il primo riguarda un evento traumatico implicante un danno fisico reale, oppure, in termini di pericolo; ma può anche riguardare una minaccia a una relazione interpersonale. In questi casi, siamo di fronte a un mancato superamento dell’esperienza negativa. 

Il secondo sembra essere la cronicizzazione di paure primordiali, oppure le riattivazioni o estensioni di paure vissute in età evolutiva e relative alla capacità di controllare efficacemente i problemi, o nel riuscire a farsi accettare dagli altri.

Sovente questo disturbo insorge in corrispondenza di mutamenti significativi nella vita del soggetto ansioso, che può corrispondere ad aumenti di richieste e aspettative, a esperienze che riducono in modo netto l’autostima, o l’idea di essere accettati, in occasione della perdita di sostegno da parte di persone cui si fa riferimento.

Come ho precedentemente accennato, la manifestazione sintomatica caratteristica dell’ansia generalizzata è la preoccupazione.

Questa può essere innescata da un pensiero intrusivo interrogativo del tipo “e se…?”, oppure da un’immagine generalmente previsionale.

È stato notato che, in questo disturbo, le preoccupazioni si verificano con una sequenza di due tipologie. Il primo tipo di preoccupazione riguarda eventi non cognitivi, mentre il secondo, che è quello che caratterizza l’ansia generalizzata, riguarda valutazioni negative dei propri processi cognitivi, cioè dei propri pensieri e, spesso, riguardanti il fatto stesso del preoccuparsi (metapreoccupazione).

Le persone afflitte da ansia generalizzata non hanno un ambito specifico in cui tale disturbo si manifesta, esso invade e riguarda più sfere della loro vita. Molto spesso si va in apprensione per un nulla.

Benché non ci siano evidenze scientifiche inoppugnabili, è probabile che possa sussistere anche un’origine ereditaria contenuta nel temperamento che, in tal caso, favorisce la tendenza a rispondere in modo ansioso agli stimoli provenienti da ogni ambito della vita materiale e sociale.

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