Nell’interazione sociale, le persone afflitte da forme di ansia sociale come, ad esempio, la timidezza, vivono il problema della comunicazione. Una difficoltà che sperimentano nell’espressione di stati emotivi, nella manifestazione d’intenti relazionali, nell’esposizione di pareri o contenuti ideali, nelle conversazioni ordinarie, nella gestione delle relazioni stesse.

Henri Matisse – danza I

Si tratta di un disagio di natura cognitiva che può investire uno o più fattori di origine ambientale. Agenti che, limitandole o inibendole, costituiscono anche le cause del mancato ricorso alle abilità sociali.

Mi riferisco all’ inibizione ansiogena, all’errato o mancato apprendimento, a carenti modelli di comportamento di riferimento nell’infanzia e nella fanciullezza, a scarsa socializzazione, ad ambienti con forti carenze nell’espressione dei sentimenti, a genitorialità caratterizzata da una o più peculiarità quali: estrema severità, apprensività, repressività, protettività, ansietà, anassertività.

Essendo la comunicazione, uno strumento che veicola informazioni a trecentosessanta gradi, la sua funzione non è il semplice trasferimento di dati di conoscenza, serve anche a gestire le relazioni interpersonali. 

Con la comunicazione informiamo gli interlocutori di tutta una serie di elementi utili a delineare limiti, aperture e carattere della relazione; alcuni di questi sono: le nostre intenzioni, il nostro livello di disponibilità, le nostre peculiarità caratteriali e/o culturali, i nostri interessi, la nostra dimensione sociale, in che modo interagiamo, o in che modo vogliamo farlo, quali comportamenti altrui siamo disposti ad accettare e quali no, l’affermazione della nostra identità individuale o sociale.

Tutto questo, ci dà il senso e l’ampiezza della complessità della comunicazione, della sua rilevanza sociale e dell’importanza che ricopre nella vita di ciascuno di noi. 

Una tale articolazione delle funzioni, implica la necessità di avere modelli di comunicazione che non siano semplice applicazione di schemi comportamentali, ma che facciano riferimento a modelli di cultura sociale, a una filosofia di vita che promuova l’idea di un uomo libero da schemi mentali auto lesivi ed eticamente inserito nel contesto sociale.

Gli ansiosi sociali, come lo sono le persone timide, sperimentano nella vita quotidiana e con esiti che finiscono per considerarli catastrofici, i disagi derivanti proprio dall’inefficacia o insufficienza funzionale dei propri stili comportamentali, e le difficoltà che vivono nella gestione dei rapporti interpersonali.

Un modello culturale che ben si addice a questa necessità, è l’assertività. “Il suo concetto base si racchiude nella determinazione: affermare i propri diritti senza ledere quelli degli altri. È un principio di libertà nel senso di una liberazione dai condizionamenti sociali negativi e come proprietà nell’esprimersi in modo più evoluto ed efficace, tale affermazione implica un altro principio base, che è quello di porre al centro dei nostri obiettivi l’amore verso sé stessi, mediato dalla necessità etica del rispetto altrui, intesa come costrutto del sano vivere sociale[Luigi Zizzari,  Il libro dell’assertività, 2023].

Tuttavia, la cultura assertiva non va intesa come una visione idealizzata della vita sociale umana o come visione trascendentale della socialità; è, invece, decisamente orientata alla pragmaticità nella vita quotidiana, e predilige comportamenti etici ma funzionali a bisogni e necessità dell’individuo.

A tal riguardo Anchisi e Gambotto Dessy specificano efficacemente che L’assertività è una struttura concettuale di natura funzionalistica, finalizzata alla razionalizzazione della condotta con sé stessi e verso gli altri……è una forma etica, il cui dominio dei valori è rappresentato dall’interpersonalità e non dal trascendente o dall’ideale [Anchisi R., Gambotto D., Non solo comunicare, 1995].

Tre i principi di base che sorreggono la logica assertiva: 

  • L’amore per sé stessi, che non è prevaricatrice, egoistica, ma rappresenta il legittimo riconoscimento del proprio inalienabile valore in quanto soggetto umano e naturale.
  • Il principio di libertà che è strettamente legata all’affrancamento dai condizionamenti provenienti dall’ambiente sociale.
  • La reciprocità poiché sentimento di amore e principi di libertà non sono intesi come orientati a senso unico,  l’egoismo non è un percorso costruttivo di relazioni umane e sociali, ne è semmai un fattore disgregante. La reciprocità è l’elemento coagulante  delle varie forme di aggregazione umana. Anche agli altri va riconosciuto il diritto alla libera espressione di desideri, sentimenti e opinioni, di perseguire i propri scopi, di godere dell’amore.

Laddove si presenta una carenza di comportamentali funzionali per una buona vita sociale, indipendentemente dalle cause che l’hanno determinata, i principi e le tecniche assertive costituiscono uno strumento di appropriazione o riappropriazione  di modelli operativi per la gestione della comunicazione e delle relazioni sociali.

Condividi questo articolo: