L’essere umano, già quando nasce, si percepisce come essere vivente così come percepisce la presenza di un mondo altro da sé, e per delineare un’immagine di sé e dell’altro da sé, necessario per interpretare la realtà, quindi, comincia a costruire nella sua mente dei modelli ideali di riferimento deputati a rappresentare se stesso e il mondo esterno.
La funzione di tali modelli, detti anche schemi o credenze, è di informarlo su se stesso, sugli altri, sul mondo che lo circonda, in modo da poter valutare gli eventi, fare delle previsioni conseguenziali a essi, elaborare comportamenti consoni a rispondere adeguatamente agli episodi e agli esiti previsti, in modo da raggiungere gli scopi preposti.
Il mondo con cui viene a contatto, nei suoi primi anni di vita, è l’ambiente familiare; è qui che egli attinge tutte le informazioni che gli consentono di elaborare i modelli rappresentativi della realtà a cui fa riferimento per la valutazione degli eventi.
I comportamenti genitoriali (o degli accudenti) nei confronti del nascituro, e del bambino successivamente, sono dunque determinanti nella formazione dei modelli interpretativi del mondo reale che vanno a costituire l’ossatura portante del modo di leggere gli avvenimenti, le circostanze, i comportamenti altrui, l’essenza e le caratteristiche della propria persona.
Ed è sempre nell’ambiente familiare che si apprendono i modi di relazionarsi, di comunicare, in breve i comportamenti (intendo ciò che si dice e ciò che si fa).
Un bambino delinea l’immagine di sé, in base a quanto e come, i genitori rispondono alle sue richieste di assistenza, di conforto, di cura e di protezione; in funzione di ciò, profila anche la sua idea di come siano gli altri e tutto ciò che lo circonda.
Le idee di sé e dell’altro da sé, esprimono il modo in cui egli percepisce se stesso e gli altri, pertanto è in base a tali percezioni che opera valutazioni e previsioni degli eventi, in funzione delle quali attua poi tutti i comportamenti conseguenti.
Quando l’ambiente familiare è carente di modelli comportamentali efficaci, di modelli di comunicazione, delle modalità di rapportarsi al bambino, si creano le condizioni per un insufficiente sviluppo cognitivo.
Questo, purtroppo, si verifica in molte famiglie. Il problema principale è che i genitori non sono preparati per svolgere adeguatamente tale ruolo, né esiste un piano strutturato di formazione e di educazione alla genitorialità.
Se un bambino cresce in un ambiente carente nella comunicazione di emozioni, idee e sentimenti, manifesterà problemi nel comunicare con gli altri, e ciò procura anche isolamento sociale. Tipiche, di questi problemi, sono le scene mute che i soggetti ansiosi o timidi si trovano a vivere quando sono in gruppo.
Se un bambino, nei suoi confronti, percepisce comportamenti distratti o assenti, sviluppa un’idea di sé come quella di non essere amabile, di non essere meritevole di attenzione, di cura, di non essere un soggetto socialmente accettabile, interessante; ma può anche sviluppare la convinzione che gli altri non siano ben disposti nei suoi confronti, che siano persone non disponibili nei confronti degli altri, che siano individui egoisti.
Esempi legati a queste convinzioni, sono dati da quelle persone che hanno difficoltà nell’approcciarsi agli altri, che tendono a isolarsi, che hanno problemi a relazionarsi con persone dell’altro sesso, o che manifestano sentimenti di disprezzo, rancore o odio nei confronti altrui, che hanno scarsa fiducia negli altri o che ritengono di dover fare tutto da soli.
Comportamenti troppo rigidi, fatti di continui rimproveri, di reiterati etichettamenti negativi, di consuetudine a fare confronti con altri bambini, all’istigazione di sensi di colpa, a trasmettere valori legati alla competizione sociale e a primeggiare, l’eccessivo protezionismo, favoriscono il formarsi, nella mente del bambino, d’idee d’inadeguatezza, d’inferiorità, di perfezionismo maniacale, di essere ciò che è espresso negli etichettamenti, di essere incapace di esperire determinate funzioni. Il timore di parlare o esibirsi in pubblico, la convinzione di non essere pronti o sufficientemente preparati nello svolgere determinate funzioni, il timore di confrontarsi o mettersi in gioco, sono alcuni esempi di comportamenti tipici di questi tipi di problemi.
L’ambiente in cui si nasce e si cresce, è fondamentale per un sano sviluppo del carattere e della personalità dell’individuo. Diversi studi hanno evidenziato come anche i soggetti nati con predisposizione genetica all’ansia, possono non manifestare problemi ad essa legata, se crescono in ambienti sufficientemente adeguati alla loro crescita, così come si è notato che soggetti nati geneticamente “sani”, hanno sviluppato varie forme d’ansia quando sono cresciuti in ambienti inadeguati.
In parole povere, comunque si nasce, la timidezza si forma laddove si è cresciuti male.