Si tratta di precetti familiari, assunzioni imperanti in famiglia o nel gruppo di riferimento, leitmotiv acquisite anche per altre vie comunicative, motti di gruppo, precetti di carattere religioso spesso espressi in termini di divieti morali assoluti, miti cui sono erroneamente conferite validità logiche, molti dei detti oggi considerati frutto della saggezza popolare ma che sono vere e proprie trappole cognitive.
Tuttavia, benché alcune di queste siano decisamente illogiche o distorte, sia le credenze regolanti, sia le credenze “sociali”, non sono necessariamente negative o illogiche. Parte delle idee strutturali intermedie non sono, in sé, né positive, né negative. La loro disfunzionalità sta, più che altro, nell’abitudinarietà del ricorso ad esse, nella loro
assolutizzazione e dogmatizzazione, in un uso che allontana dal raggiungimento degli scopi.
attuali; talvolta sono derivazioni della sottocultura popolare; altre tendono a
trasferire sugli altri le cause o le colpe dei mali che possono intercorrere a una
persona deresponsabilizzando quest’ultima; altre sono delle vere e proprie
falsità.
ci facciamo…”; “Non farmi fare brutte figure”. Tali assunzioni producono una gran quantità di problemi soprattutto nelle persone psicologicamente fragili.