La focalizzazione su sé stessi nella timidezza

La focalizzazione su sé stessi nella timidezza

Pubblicato da: Categorie: Modelli cognitivi e metacognizioni nel pensare degli ansiosi sociali

Nelle ansie sociali, come la timidezza, si manifestano sintomi che sono chiara evidenza della centralità che assumono i processi cognitivi disfunzionali: pensieri automatici negativi, metacognizioni come stile di pensiero, assunzioni, credenze condizionali o doverizzanti e, alla radice, le credenze di base.

Paul Delvaux – donna in una tana

Difficilmente le persone timide hanno consapevolezza, o sono coscienti, dei processi cognitivi che sottendono i fenomeni sintomatici; infatti, sono questi ultimi a essere percepiti coscientemente: difficoltà di concentrazione, aporia, distrazione, disattenzione nei comportamenti del momento presente.

La tendenza a volgere l’attenzione sull’esistenza del problema in sé, in maniera “autobloccante”, permette il consolidamento della centralità dei flussi di pensiero negativo e/o disfunzionale nelle attività mentali.

Detto in altri termini, l’attenzione resta bloccata sulla mera coscienza del proprio stato di sofferenza. L’ansioso sociale avverte la sofferenza e ne soffre: i suoi pensieri si focalizzano su questo. (altro…)

L’ansioso sociale come osservatore emotivo di sé stesso

L’ansioso sociale come osservatore emotivo di sé stesso

Pubblicato da: Categorie: Modelli cognitivi e metacognizioni nel pensare degli ansiosi sociali

Nelle forme di ansia sociale si registra un’elevata focalizzazione su sé stessi. Queste auto focalizzazioni, costituenti l’attività preminente che si svolge nel dialogo interiore, si manifestano sia sotto forma d’immagini mentali, sia come immaginazione scenica in movimento, sia nella forma verbale.

Francesco Clemente – giardino interiore

La ragione principale è probabilmente dovuta dal fatto che gli individui timidi si sentono diversi rispetto agli altri. Una tale percezione di diversità non può che fare riferimento a credenze di base disfunzionali che delineano una definizione di sé come soggetto, a vario grado e titolo, inabile nelle attività di relazione interpersonale, incapace a far fronte con efficacia a eventi e situazioni che possono prefigurare giudizio negativo altrui, essere in una condizione d’inferiorità culturale o sociale, non essere in grado di reggere la competizione, non essere persona amabile, non essere sufficientemente interessante o attraente come persona.

Il percepire sé stessi negativamente è una caratteristica fondante della condizione di persona timida, nella fobia sociale, nel disturbo evitante della personalità, e in altre forme di ansia sociale. (altro…)