Timidezza e bisogno di controllo

Timidezza e bisogno di controllo

Pubblicato da: Categorie: Modelli cognitivi e metacognizioni nel pensare degli ansiosi sociali

Come avrete notato, da alcuni mesi, sto trattando di aspetti specifici e particolari, tipici delle forme di ansia sociale e dei disturbi dell’umore. Tutti questi aspetti, come quello di cui tratterò oggi, sono operativi nei comportamenti e sono impliciti in gran parte dei pensieri. In comune hanno il fatto di non raggiungere uno stadio di consapevolezza e nemmeno di coscienza, in parole povere, i soggetti ansiosi, e quindi anche le persone timide, non hanno la benché minima idea che nella loro mente vi siano di queste dinamiche mentali, né si rendono conto che i loro comportamenti obbediscono alle leggi di tali dinamiche.

Giorgio Celiberti – uccello nella gabbia

Le persone afflitte dall’ansia sociale non fanno altro che tentare di proteggersi da quelle che considerano le conseguenze nefaste di ciò che sono convinti di essere, o delle carenze che ritengono di avere.

Le credenze disfunzionali, e cioè, quelle che ho più volte definito come interpretazioni emotive della realtà, condizionano a tal punto la vita pratica dei soggetti timidi e degli ansiosi sociali, da rendere la loro esistenza, una sorta d’incubo romanzato. 

Queste inducono a percepire gli eventi, in qualità di soggetto sociale, come una selva piena d’insidie: pericoli, rischi, considerati o vissuti emotivamente come futuro prossimo e remoto certo e inesorabile. Le attività cognitive previsionali delle pe

La cognizione e il ruolo delle regole – parte seconda

La cognizione e il ruolo delle regole – parte seconda

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PARTE II TORNA ALLA I PARTE Avendo funzioni regolanti e normative, le credenze intermedie si diversificano in diverse tipologie, ciascuna caratterizzata da una propria “sintassi”.  Le credenze condizionali hanno la caratteristica di governare i comportamenti stabilendone i modelli e le regole cui attenersi. 

Bruno Ceccobelli – serva natura

Influenzano significativamente, e in modo vincolante, il pensiero etico, soprattutto quando è riferito agli obblighi o alle necessità dei propri comportamenti, talvolta anche in relazione a quelli degli altri.  Costituiscono il nucleo organizzativo e direttivo del modo di vivere l’intero sistema delle relazioni sociali.

In particolare, afferiscono alle conseguenze del comportamento sociale in quanto oggetto di valutazione da parte di altri, producono pensieri riguardanti le possibili conseguenze negative di una cattiva performance del tipo “se dico la mia penseranno che sono un cretino”.  È per questo che vengono chiamate condizionali, stabiliscono la relazione tra un comportamento e gli effetti che ne possono conseguire, in tal senso costituiscono anche una logica previsionale che si può riassumere così: posta questa condizione, quest’insieme di situazioni, il mio comportamento deve essere questo se non voglio che le cose precipitano in negativo. La credenza secondo cui la propria credibilità e valore siano sottostanti alle valutazioni