Sappiamo che dalla nascita e nel periodo della fanciullezza, nella nostra mente si forma l’insieme strutturato di base delle credenze che, tra l’altro, vanno a determinare la definizione del sé.
Quando le credenze sono disfunzionali e cioè che definiscono, sostanzialmente, negativamente sé stessi in termini di abilità, capacità o amabilità, ci si trova ad avere a che fare con un sistema che può restare silente per anni, e covare una crisi come una bomba ad orologeria. Questa massa critica di modelli interpretativi trova la sua esplicitazione laddove l’individuo si trova nella condizione di rivisitare o ridisegnare sé stesso. L’adolescenza è una di quelle fasi della vita in cui ci si trova in tale condizione. All’inizio di questa fase di cambiamento, nell’adolescente sta mutando il corpo di bambino per acquisire una corporeità che determina la maturazione delle capacità riproduttive e dell’identità sessuale. L’adolescente assiste a una mutazione fisica che segna un netto confine tra la condizione infantile in cui era abituato a vivere e in cui si riconosceva, con una condizione fisica del tutto nuova e sconosciuta, a cui sente di dover assegnare un’identità diversa da quella che aveva di sé fino a quel momento. Le sue capacità logiche si sono ampliate e si è determinata una capacità strutturata di elaborazione di costrutti ideali. Il