La commistione tra fatti, pensieri ed emozioni

La commistione tra fatti, pensieri ed emozioni

Pubblicato da: Categorie: Le emozioni, Modelli cognitivi e metacognizioni nel pensare degli ansiosi sociali

Già Epitteto, nel primo secolo d.C., affermava che le persone sono turbate dall’interpretazione che danno alle cose, piuttosto che dalle cose stesse. Un concetto ripreso più tardi anche dall’imperatore e filosofo Marco Aurelio. Cosa contiene di così importante, questa semplice affermazione? 

Bortolossi Walter – cerchio vortice

Da una parte ci sono i fatti puri, semplici e concreti, dall’altra c’è il nostro modo di intendere quei fatti.  Noi assegniamo sensi e significati agli eventi, alle situazioni, ai comportamenti altrui e, a questi ultimi, anche le intenzioni.  Tali attribuzioni di significati, sensi e intenzioni non sono soltanto determinate dalla nostra storia individuale, dalle nostre conoscenze e dalle nostre esperienze; dipendono anche dal nostro stato del momento in termini di umore, emozioni e sentimenti. Variano da persona a persona, ma in uno stesso individuo possono cambiare da momento a momento.

Le persone che soffrono di ansia sociale tendono a trasformare le proprie sensazioni, timori, supposizioni, impressioni, emozioni, in significati e dati oggettivi della realtà esterna.  (altro…)

Le cause della timidezza: stili parentali

Le cause della timidezza: stili parentali

Pubblicato da: Categorie: Origine e cause delle ansie sociali e della timidezza

Ho più volte sottolineato come l’ambiente familiare sia quello che più di ogni altro fattore incide nella formazione delle varie forme di ansia sociale.

Bortolossi Walter – la casa perfetta di tagore

A favorire lo svilupparsi di questi tratti ansiosi della personalità sono sia il fare che il dire, cioè, da una parte gli atteggiamenti posturali, le mimiche facciali, le azioni fisiche svolte nei confronti dei minori; dall’altra le frasi di rimprovero, di ricatto, d’induzione ai sensi di colpa, i motti, i precetti morali ed etici. Esiste, dunque, un repertorio dei comportamenti familiari, le cui forme, ripetute nel tempo, affluiscono nella mente del bimbo andando a costituire quell’insieme di conoscenze ed esperienze che partecipano, significativamente e in modo determinante, al processo di formazione della definizione del sé, degli altri e del mondo. Definizioni che vanno poi a caratterizzare le varie forme di timidezza che possono svilupparsi.

Sebbene i genitori siano le figure che maggiormente incidono nella formazione delle credenze e della personalità dei bambini, non sono rari i casi in cui, altre figure parentali sono partecipi di tali processi formativi, come ad esempio zii e zie, nonni e nonne, cugini e cugine e via dicendo. (altro…)

Timidezza e apprendimento

Timidezza e apprendimento

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente

 

Magritte – la memoria

Oggi prenderò spunto da un quesito che mi è stato posto: La timidezza incide sulla capacità o sulla disposizione ad apprendere?

 

Diciamo subito che la capacità di apprendere è propria del mondo animale e, in particolar modo dell’uomo. Il problema è, se e come, tale abilità viene messa in campo.

Sicuramente la disposizione mentale verso l’apprendimento risente dello stato psicologico dell’individuo. I fattori fondamentali che incidono sulla capacità di apprendere sono la motivazione e l’attenzione.

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Ansia e timidezza

Ansia e timidezza

Pubblicato da: Categorie: Origine e cause delle ansie sociali e della timidezza

 

Tra ansia e timidezza, quale discende dall’altra? A regime questi due fattori si alimentano reciprocamente, ma la questione se sia nato prima l’uovo o la gallina qui non si pone.

La timidezza è generata da un apparato cognitivo non funzionale in una o più parti dell’insieme che lo costituisce. Parlo delle cosiddette credenze, dell’attività previsionale e di valutazione della nostra mente; in sostanza, per usare una terminologia più comprensibile, l’io inconscio.

Jorge de la Vega – Intimità di un timido

La timidezza è, pertanto, una condizione mentale che prefigura idee negative e scenari di pericolo penalizzanti per l’individuo, nella sua realtà sociale.

L’ansia subentra quando il sistema cognitivo ha operato le sue valutazioni, sulla base delle credenze operanti, e svolto il suo bilancio di previsione. È a questo punto che entrano in gioco le paure per ciò che può accadere e che, nella mente di una persona timida, ha sempre un segno negativo, sovente catastrofico.

L’ansia è dunque la risposta emotiva e fisiologica dell’attività istruttoria svoltasi in sede cognitiva. Possiamo quindi definirla come la reazione ad una condizione mentale prefigurante pensieri negativi e scenari di pericolo penalizzanti.

Ma perché ho esordito dicendo che ansia e timidezza, a regime, si alimentano reciprocamente?

Perché una volta che si è t

Le cause della timidezza: il mancato apprendimento

Le cause della timidezza: il mancato apprendimento

Pubblicato da: Categorie: Origine e cause delle ansie sociali e della timidezza

 

La cosa può sembrare strana, ma molti dei problemi che incontrano le persone timide nelle relazioni sociali, sono dovuti al fatto che non sanno come o cosa fare, cioè non hanno appreso modi di comportamento relazionale.

Ma l’apprendimento di cui parliamo, cos’è? Il concetto di apprendimento è strettamente legato al comportamento, che in psicologia è, non solo ciò che si fa, ma anche ciò che si dice. Quello che deve essere appreso è proprio il comportamento.

 

Mariuccia – timidezza

Ogni tipo o forma o modo di comportamento, per poterlo attuare, bisogna conoscerlo; questo sapere viene appreso attraverso una pluralità di modi: con l’osservazione, l’imitazione, con l’emulazione, con l’associazione per similitudine, con l’ascolto, attraverso le percezioni sensoriali, per mezzo delle esperienze dirette o indirette, tramite persone ritenute punto di riferimento da cui imparare e da imitare.

L’essere umano apprende a rapportarsi agli altri, proprio per mezzo delle varie modalità possibili, sin dalla nascita. Ma quali sono le cause del mancato apprendimento?

Carenti modelli di comportamento: Nell’età infantile, i genitori e i familiari in genere, costituiscono il riferimento principale da cui si apprende a comunicare ed a relazionarsi. I bambini vedono i genitori come figure sapienti, sagge, che sanno cosa e come fare, e pertanto sono

Le cause della timidezza: l’ambiente

Le cause della timidezza: l’ambiente

Pubblicato da: Categorie: Origine e cause delle ansie sociali e della timidezza

 

L’essere umano, già quando nasce, si percepisce come essere vivente così come percepisce la presenza di un mondo altro da sé, e per delineare un’immagine di sé e dell’altro da sé, necessario per interpretare la realtà, quindi, comincia a costruire nella sua mente dei modelli ideali di riferimento deputati a rappresentare se stesso e il mondo esterno.

La funzione di tali modelli, detti anche schemi o credenze, è di informarlo su se stesso, sugli altri, sul mondo che lo circonda, in modo da poter valutare gli eventi, fare delle previsioni conseguenziali a essi, elaborare comportamenti consoni a rispondere adeguatamente agli episodi e agli esiti previsti, in modo da raggiungere gli scopi preposti.

paul delvaux- la nascita del giorno

Il mondo con cui viene a contatto, nei suoi primi anni di vita, è l’ambiente familiare; è qui che egli attinge tutte le informazioni che gli consentono di elaborare i modelli rappresentativi della realtà a cui fa riferimento per la valutazione degli eventi.

I comportamenti genitoriali (o degli accudenti) nei confronti del nascituro, e del bambino successivamente, sono dunque determinanti nella formazione dei modelli interpretativi del mondo reale che vanno a costituire l’ossatura portante del modo di leggere gli avvenimenti, le circostanze, i comportamenti altrui, l’essenza e le caratteristiche della propria pers