Timidezza e linguaggio del corpo

Timidezza e linguaggio del corpo

Pubblicato da: Categorie: La comunicazione

Quando ci riferiamo al linguaggio del corpo, parliamo di comunicazione non verbale. 

Ma perché è così importante?

Watzlawick, in una celebre frase, ha racchiuso tutto il senso e l’importanza della comunicazione: “non è possibile non comunicare”.

Salvador Dali – psicoanalisi e morfologia si incontrano

Quando noi guardiamo un individuo, riceviamo subito, d’imprinting, un’impressione che equivale alla descrizione di tale persona. Quest’assegnazione d’identità parte da ciò che vediamo.

Se una persona veste di cenci, deduciamo che è povera o che ha abbandonato sé stessa.

Se un individuo avanza con la schiena un po’ incurvata in avanti, la testa china a guardare il suolo, le braccia penzolanti e immobili, pensiamo che quella persona sia particolarmente timida, o ha qualche accidente psichico, oppure è estremamente afflitta da problemi propri. 

Se una persona procede col petto spinto in avanti, la testa leggermente china all’indietro, con le spalle che accompagnano il procedere dei passi, ci viene da pensare a uno sbruffone. (altro…)

L’assertività come modello di comunicazione

L’assertività come modello di comunicazione

Pubblicato da: Categorie: assertività, La comunicazione

Nell’interazione sociale, le persone afflitte da forme di ansia sociale come, ad esempio, la timidezza, vivono il problema della comunicazione. Una difficoltà che sperimentano nell’espressione di stati emotivi, nella manifestazione d’intenti relazionali, nell’esposizione di pareri o contenuti ideali, nelle conversazioni ordinarie, nella gestione delle relazioni stesse.

Henri Matisse – danza I

Si tratta di un disagio di natura cognitiva che può investire uno o più fattori di origine ambientale. Agenti che, limitandole o inibendole, costituiscono anche le cause del mancato ricorso alle abilità sociali. Mi riferisco all’ inibizione ansiogena, all’errato o mancato apprendimento, a carenti modelli di comportamento di riferimento nell’infanzia e nella fanciullezza, a scarsa socializzazione, ad ambienti con forti carenze nell’espressione dei sentimenti, a genitorialità caratterizzata da una o più peculiarità quali: estrema severità, apprensività, repressività, protettività, ansietà, anassertività. Essendo la comunicazione, uno strumento che veicola informazioni a trecentosessanta gradi, la sua funzione non è il semplice trasferimento di dati di conoscenza, serve anche a gestire le relazioni interpersonali.  Con la comunicazione informiamo gli interlocutori di tutta una serie di elementi utili a delineare limiti, aperture e carattere della relazione; alcuni di questi sono: l

Arte, timidezza e comunicazione

Arte, timidezza e comunicazione

Pubblicato da: Categorie: La comunicazione

C’è un sacco di gente che veste alla Morrison così come in tanti usano il berretto alla Che. È un modo di dichiarare sé stessi in termini ideali ma col linguaggio dei segni, dell’iconografia. È un po’ come dire “Io sono questo, il mio mondo, i miei ideali, le mie emozioni, le mie inquietudini sono queste, sappiatelo. Sic sum”. 

Egon Schiele – autoritratto nudo inginocchiato

È comunicazione non verbale, ma spesso più diretta. Ma la cosa può essere più articolata. Può anche trattarsi dell’abbigliamento del proprio gruppo sociale, di frequentazione. In tal caso, è anche un comportamento gregario, di appartenenza sociale.  Non credo che, con l’abbigliamento trasgressivo, la persona timida cerchi di superare le sue inibizioni relazionali, più che altro afferma sé stessa nel modo che gli è più congeniale.  Se dentro sei A, qualsiasi cosa faccia, resti A.  Ciò che il timido è oggi, è comunque il risultato della sua storia e della storia delle sue relazioni. Dunque è anche il risultato della sua timidezza.  La musica è sempre stato un terreno adatto ai timidi. In essa, possono esprimersi senza tattiche, strategie, sotterfugi, detto tra le righe (tutte da interpretare).  La musica non recita un ruolo, semplicemente è se stessa; non deve dimostrare, si mostra; non deve rappresentare, é.  Nel mondo delle relazioni umane, l’essere um

La comunicazione nei soggetti timidi

La comunicazione nei soggetti timidi

Pubblicato da: Categorie: I problemi delle persone timide, La comunicazione

Le persone comunicano a prescindere dalla propria volontà.

Ciò vale anche per le persone timide. Lo fanno attraverso la postura, l’espressione del viso, dello sguardo, con l’evitare di guardare in faccia, con il parlare logorroico o con il non parlare affatto, la posizione abituale della testa, gli estenuanti silenzi nelle discussioni, l’incertezza delle proprie azioni, l’esitazione nel prendere decisioni, l’uso della terza persona nel linguaggio quando si vuol svolgere una critica, l’apparente stato di assenza sia quando si è con gli altri, sia quando si è da soli, la tendenza a comportamenti passivi o talvolta aggressivi che danno un’idea di nervosismo, con le tipiche manifestazioni fisiologiche dell’ansia.

Salvador Dalì – l’uomo invisibile

Il primo assioma della comunicazione elaborato da Watzlawick, afferma che non è possibile non comunicare: qualsiasi cosa faccia una persona, comunica indipendentemente dalla propria volontà. Facci caso, per ogni individuo che incontri o vedi o per ogni sua azione, ti fai un’idea – sia pur schematica e grossolana – della sua persona, anche se non la conosci e se non ci sono stati scambi verbali. La timidezza si manifesta anche in alcuni contenuti del “dire”, questo perché il soggetto timido spesso è privo di adeguati modelli di comunicazione, dovuto fondamentalme