Timidezza e bisogno di controllo

Timidezza e bisogno di controllo

Pubblicato da: Categorie: Modelli cognitivi e metacognizioni nel pensare degli ansiosi sociali

Come avrete notato, da alcuni mesi, sto trattando di aspetti specifici e particolari, tipici delle forme di ansia sociale e dei disturbi dell’umore. Tutti questi aspetti, come quello di cui tratterò oggi, sono operativi nei comportamenti e sono impliciti in gran parte dei pensieri. In comune hanno il fatto di non raggiungere uno stadio di consapevolezza e nemmeno di coscienza, in parole povere, i soggetti ansiosi, e quindi anche le persone timide, non hanno la benché minima idea che nella loro mente vi siano di queste dinamiche mentali, né si rendono conto che i loro comportamenti obbediscono alle leggi di tali dinamiche.

Giorgio Celiberti – uccello nella gabbia

Le persone afflitte dall’ansia sociale non fanno altro che tentare di proteggersi da quelle che considerano le conseguenze nefaste di ciò che sono convinti di essere, o delle carenze che ritengono di avere.

Le credenze disfunzionali, e cioè, quelle che ho più volte definito come interpretazioni emotive della realtà, condizionano a tal punto la vita pratica dei soggetti timidi e degli ansiosi sociali, da rendere la loro esistenza, una sorta d’incubo romanzato. 

Queste inducono a percepire gli eventi, in qualità di soggetto sociale, come una selva piena d’insidie: pericoli, rischi, considerati o vissuti emotivamente come futuro prossimo e remoto certo e inesorabile. Le attività cognitive previsionali delle pe

Timidezza e apprendimento

Timidezza e apprendimento

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente

 

Magritte – la memoria

Oggi prenderò spunto da un quesito che mi è stato posto: La timidezza incide sulla capacità o sulla disposizione ad apprendere?

 

Diciamo subito che la capacità di apprendere è propria del mondo animale e, in particolar modo dell’uomo. Il problema è, se e come, tale abilità viene messa in campo.

Sicuramente la disposizione mentale verso l’apprendimento risente dello stato psicologico dell’individuo. I fattori fondamentali che incidono sulla capacità di apprendere sono la motivazione e l’attenzione.

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Ansia e timidezza

Ansia e timidezza

Pubblicato da: Categorie: Origine e cause delle ansie sociali e della timidezza

 

Tra ansia e timidezza, quale discende dall’altra? A regime questi due fattori si alimentano reciprocamente, ma la questione se sia nato prima l’uovo o la gallina qui non si pone.

La timidezza è generata da un apparato cognitivo non funzionale in una o più parti dell’insieme che lo costituisce. Parlo delle cosiddette credenze, dell’attività previsionale e di valutazione della nostra mente; in sostanza, per usare una terminologia più comprensibile, l’io inconscio.

Jorge de la Vega – Intimità di un timido

La timidezza è, pertanto, una condizione mentale che prefigura idee negative e scenari di pericolo penalizzanti per l’individuo, nella sua realtà sociale.

L’ansia subentra quando il sistema cognitivo ha operato le sue valutazioni, sulla base delle credenze operanti, e svolto il suo bilancio di previsione. È a questo punto che entrano in gioco le paure per ciò che può accadere e che, nella mente di una persona timida, ha sempre un segno negativo, sovente catastrofico.

L’ansia è dunque la risposta emotiva e fisiologica dell’attività istruttoria svoltasi in sede cognitiva. Possiamo quindi definirla come la reazione ad una condizione mentale prefigurante pensieri negativi e scenari di pericolo penalizzanti.

Ma perché ho esordito dicendo che ansia e timidezza, a regime, si alimentano reciprocamente?

Perché una volta che si è t

Ansia: cosa è

Ansia: cosa è

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente, Le emozioni, Origine e cause delle ansie sociali e della timidezza

L’ansia è la risposta ad una condizione mentale e fisica che produce pensieri, valutazioni e previsioni, tutte di segno negativo. Ma perché viene l’ansia? A questa domanda si può rispondere in vario modo, secondo diversi punti di vista, e che pertanto a mio parere, sono da considerarsi complementari tra loro. Penso che sia bene fare qualche ragionamento su ciò che la provoca, e di porci quindi un’altra domanda. Cosa accade prima che sovviene l’ansia?

René Magritte – Presenza della mente

Quando un individuo timido viene a trovarsi in una situazione per lui difficile da vivere o da gestire, la sua mente è pervasa da una serie di pensieri che svolgono le funzioni di valutazione della circostanza, valutazione dei propri personali mezzi, previsione dei possibili esiti ad ipotetiche azioni che egli potrebbe attuare. L’operazione che il soggetto svolge è dunque un processo “istruttorio” che ha come finalità lo stabilire il comportamento e le azioni più consone al raggiungimento dell’obiettivo che si vuol perseguire. Giacché una persona timida assegna ai suoi processi mentali istruttori, sempre dei valori negativi, inevitabilmente riceve da questi, l’indicazione di trovarsi in una situazione di rischio.

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