I problemi di accettazione, competenza e controllo – prima parte

I problemi di accettazione, competenza e controllo – prima parte

Pubblicato da: Categorie: Modelli cognitivi e metacognizioni nel pensare degli ansiosi sociali

Prima Parte

Introduzione Nelle persone timide, e negli ansiosi sociali in generale, si attivano degli schemi cognitivi , in modo prolungato e ripetitivo, tali da poter essere considerate  modalità. In questi soggetti, tali modalità vertono sui principi di vulnerabilità e pericolo. Nel momento in cui, una credenza di base esprime una definizione del sé come deficitaria in uno o più ambiti delle proprie capacità o potenzialità, il soggetto timido si percepisce vulnerabile rispetto a quelle tipologie di eventi o situazioni che ne evocano le carenze. In altre parole possiamo dire che un individuo si sente vulnerabile quando si percepisce esposto a pericoli sui quali ritiene di non aver controllo o di non possedere adeguate capacità di controllo. Se le credenze di base rimandano al senso di inadeguatezza, questa si riscontra anche nei pensieri automatici negativi e, in questi, sono preminenti i temi di pericolo e sottovalutazione dei propri mezzi.

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La timidezza, l’ansia sociale e le assunzioni

La timidezza, l’ansia sociale e le assunzioni

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Le assunzioni costituiscono i principi e le norme cui devono ispirarsi i comportamenti e hanno la funzione di adattare questi ultimi alle determinazioni delle credenze di base.

Joan Miro – costellazione risveglio all’alba

Infatti, le credenze di base necessitano di strutture cognitive che determinano principi e condizioni che, da una parte le giustificano teoricamente ed emotivamente, dall’altra facciano da corollario al processo decisionale. Queste devono avere una parvenza logica, apparire perfettamente funzionali e razionali. Non a caso le persone afflitte da timidezza o ansia sociale applicano con convinzione le loro assunzioni disfunzionali, queste appaiono loro assolutamente logiche, razionali, assolutamente valide nella loro struttura funzionale. Le assunzioni possono essere espresse sotto forma di motto, di leitmotiv, di regole implicite, di norma condizionale, di obbligo, di precetto etico o morale, di aforisma, di parola d’ordine, di slogan, modi di dire, talvolta è tradizione familiare, in qualche caso è regola di gruppo; può persino esprimersi in forma immaginativa, d’immagine mentale.

Esse prendono parte alla vita di tutti gli individui ma, nel caso degli ansiosi sociali, dei timidi, assumono carattere imperativo, dominante, preminente, valore assoluto. Ciò fa si che le assunzioni, in tali soggetti, sono osservate e applicate in modo pedissequo e sistematico. 

Le credenze strutturali intermedie

Le credenze strutturali intermedie

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Le credenze intermedie sono un insieme di cognizioni, pensieri la cui funzione è di stabilire regole mentali e comportamentali coerenti con le credenze di base, per questo sono da considerare dei derivati di quest’ultime.

Alessio Serpetti – Oltre gli spazi esistenziali-1

Il loro scopo è rendere adattabili, nella vita sociale, le definizioni del sé, del sé con gli altri e degli altri, contenute nelle credenze di base.

Nella loro forma verbale e immaginativa, le credenze intermedie si presentano in diverse forme: condizionali, doverizzazioni, assunti, precetti, leit motiv.

Queste forme di pensiero, pur raggiungendo lo stato cosciente, non sono mai espressione di consapevolezza della loro reale origine e causalità. Ciò nonostante si presentano alla mente cosciente come principi di assoluta validità. Detto in altre parole, le persone le considerano verità e principi validi, razionali, coerenti, espressione vera della realtà delle cose. Si potrebbero racchiudere nella frase: “così stanno le cose”.

La rigidità con cui sono assunte, le rende difficili da invalidare, soprattutto quando sono figlie di credenze di base disfunzionali che hanno avuto numerosi rinforzi. In un certo senso sono la dannazione degli ansiosi sociali poiché li indirizzano in comportamenti non funzionali alle interazioni interpersonali.

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L’organizzazione dei pensieri strutturali

L’organizzazione dei pensieri strutturali

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Nei precedenti articoli abbiamo visto che le credenze di base sono definizioni del sé, degli altri e del mondo; che hanno la funzione di informare la mente quando deve svolgere le sue attività elaborative di interpretazione, valutazione, previsione e decisione; che fa tale funzione per mezzo di modelli interpretativi della realtà; che tali modelli non sempre sono interpretazioni della realtà oggettiva e in tal caso non sono aderenti al reale. A ciò aggiungiamo che le credenze, in effetti, sono pensieri che hanno la caratteristica di essere “strutturali” del sistema cognitivo di base che ci permette di ragionare sulle cose in modo agevole, organico e funzionale. Viene da domandarsi cosa sia la mente, a tale quesito preferisco rispondere ricorrendo alla descrizione che ne fanno i neurobiologi Maturana e Varela nella loro teoria enattiva (o dell’autopoiesi) in cui definiscono la mente come un insieme di relazioni di relazioni, di interazioni tra relazioni “derivate” di fenomeni fisici nelle nostre strutture cerebrali, la cui complessità è tale da non poterli più definire come fenomeni “fisici” perché vanno oltre la semplice fisicità, perché capaci di astrazione, sono qualcosa d’altro, per l’appunto, “mentali”.

Ma torniamo al tema dei pensieri strutturali. La nostra mente non abbisogna soltanto di informazioni che definiscano sinteticamente il mondo che percepiamo, come lo sono le credenze di b

La cognizione e il ruolo delle regole – parte seconda

La cognizione e il ruolo delle regole – parte seconda

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PARTE II TORNA ALLA I PARTE Avendo funzioni regolanti e normative, le credenze intermedie si diversificano in diverse tipologie, ciascuna caratterizzata da una propria “sintassi”.  Le credenze condizionali hanno la caratteristica di governare i comportamenti stabilendone i modelli e le regole cui attenersi. 

Bruno Ceccobelli – serva natura

Influenzano significativamente, e in modo vincolante, il pensiero etico, soprattutto quando è riferito agli obblighi o alle necessità dei propri comportamenti, talvolta anche in relazione a quelli degli altri.  Costituiscono il nucleo organizzativo e direttivo del modo di vivere l’intero sistema delle relazioni sociali.

In particolare, afferiscono alle conseguenze del comportamento sociale in quanto oggetto di valutazione da parte di altri, producono pensieri riguardanti le possibili conseguenze negative di una cattiva performance del tipo “se dico la mia penseranno che sono un cretino”.  È per questo che vengono chiamate condizionali, stabiliscono la relazione tra un comportamento e gli effetti che ne possono conseguire, in tal senso costituiscono anche una logica previsionale che si può riassumere così: posta questa condizione, quest’insieme di situazioni, il mio comportamento deve essere questo se non voglio che le cose precipitano in negativo. La credenza secondo cui la propria credibilità e valore siano sottostanti alle valutazioni
La cognizione e il ruolo delle regole – 1° parte

La cognizione e il ruolo delle regole – 1° parte

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parte prima

Nel momento in cui nella mente si forma uno schema interpretativo della realtà sociale, sia riferito a sé stessi, sia riferito agli altri, sia riferito alla società come insieme regolato da leggi etiche e comportamentali, sorge la necessità di determinare tutta una serie di linee guida che possano indirizzare il comportamento e il pensiero in un percorso coerente allo schema interpretativo sottostante.

Alessio Serpetti – Il Crepuscolo della ragione

In breve, i comportamenti da attuare e le modalità di pensiero da esperire, devono essere aderenti e coerenti con gli schemi interpretativi degli eventi. Ciò diventa necessario in quanto un modello interpretativo necessita della conferma della sua validità attraverso l’attuazione pratica dell’idea che esprime. Nello stesso tempo il sistema cognitivo, nel suo processo di elaborazione delle informazioni, costruisce un sistema logico che non può non prescindere dalle informazioni primarie che ha attinto dalla memoria, e cioè dagli schemi interpretativi.

Tutto ciò significa che, data una credenza di base, a questa devono far seguito costrutti che siano una sua coerente elaborazione logica che delinei gli elementi attuativi e regolanti destinati a ispirare i comportamenti. Il loro compito, dunque, è quello di determinare delle regole in conformità con l’idea di base che si è costituita nella mente e che riguardano la def