Linguaggio e aspettative

Linguaggio e aspettative

Pubblicato da: Categorie: La comunicazione

Dire che qualunque cosa si faccia si comunica, non implica che il nostro comportamento, la nostra postura, la mimica facciale, possano significare, per gli altri, qualche cosa di univoco. 

Vincenzo Balsamo – arco baleno

Ogni persona interpreta gli stimoli che gli pervengono in funzione della propria storia culturale ed esperienziale, dei propri schemi cognitivi, della propria condizione emotiva del momento. Tuttavia, percepiamo alcuni tratti delle movenze umane secondo “canoni” istintivi che ci troviamo come bagaglio interpretativo sin dalla nascita. Infatti, un neonato è già capace di percepire, in senso negativo o positivo, buona parte delle mimiche facciali o il tono della voce nel nostro parlare.  Ciò nonostante, il senso o il significato di molte delle forme di linguaggio non verbale, è appreso per via esperienziale.

Un aspetto che va considerato, è che determinate movenze, posture o mimiche facciali, possono essere espressione del repertorio comportamentale automatico di un individuo.  (altro…)

La mancanza di scenari alternativi nelle ansie sociali

La mancanza di scenari alternativi nelle ansie sociali

Pubblicato da: Categorie: Modelli cognitivi e metacognizioni nel pensare degli ansiosi sociali

Chi ha a che fare con l’ansia sociale sa molto bene cosa sono i pensieri negativi anzi, vive anche il problema di non riuscire a liberarsene. Sa che sono fattori determinanti della sua condizione, è cosciente che l’imbrigliano e che condizionano i suoi rapporti con gli altri. 

Tuttavia non riescono a spiegarsi perché in modo compiuto. Qualcuno ci prova, ed elabora teorie personali in una confusa atmosfera.

Salvador Dalì – incontro dell illusione col momento fermo

L’unico contatto cosciente che si ha con quella parte del sé interiore che non si sa raggiungere, sono i pensieri automatici negativi ma anche le abitudini metacognitive come il rimuginìo, la ruminazione, la preoccupazione; in pratica, pensieri e stili di pensiero, o strategia di coping cognitivo, che predicono l’avvicinarsi dei comportamenti ansiosi. Ho più volte accennato al circolo vizioso delle ansie sociali e della timidezza, di come ogni fattore che interviene nell’attivazione, nel mantenimento e nello stato esecutivo dei processi ansiosi, svolga, al tempo stesso, la funzione d’induttore e di conseguenza. Gli individui timidi, catturati da questo vortice fatto di paure, sentimenti d’incapacità, manifestazioni d’ansia, e flussi in piena di pensieri negativi, non riescono a far altro che focalizzare la propria attenzione su queste esperienze interne. Si tratta di focalizzazioni condizionate da una serie di

La commistione tra fatti, pensieri ed emozioni

La commistione tra fatti, pensieri ed emozioni

Pubblicato da: Categorie: Le emozioni, Modelli cognitivi e metacognizioni nel pensare degli ansiosi sociali

Già Epitteto, nel primo secolo d.C., affermava che le persone sono turbate dall’interpretazione che danno alle cose, piuttosto che dalle cose stesse. Un concetto ripreso più tardi anche dall’imperatore e filosofo Marco Aurelio. Cosa contiene di così importante, questa semplice affermazione? 

Bortolossi Walter – cerchio vortice

Da una parte ci sono i fatti puri, semplici e concreti, dall’altra c’è il nostro modo di intendere quei fatti.  Noi assegniamo sensi e significati agli eventi, alle situazioni, ai comportamenti altrui e, a questi ultimi, anche le intenzioni.  Tali attribuzioni di significati, sensi e intenzioni non sono soltanto determinate dalla nostra storia individuale, dalle nostre conoscenze e dalle nostre esperienze; dipendono anche dal nostro stato del momento in termini di umore, emozioni e sentimenti. Variano da persona a persona, ma in uno stesso individuo possono cambiare da momento a momento.

Le persone che soffrono di ansia sociale tendono a trasformare le proprie sensazioni, timori, supposizioni, impressioni, emozioni, in significati e dati oggettivi della realtà esterna.  (altro…)

Quando si vede falsità e ipocrisia intorno a sé – II parte

Quando si vede falsità e ipocrisia intorno a sé – II parte

Pubblicato da: Categorie: I problemi delle persone timide
alla prima parte seconda parte

Quando, in un individuo timido, il timore diventa quasi un’ossessione, qualsiasi cosa dicano o facciano gli altri, egli lo interpreta come indirizzata alla sua persona, e non è percepita in modo generico: gli occhi, le parole e i pensieri degli altri, hanno caratteristiche ben precise, sono sfottò, sono derisioni, sono disprezzi, sono cattiverie.

Joan Mirò – osservatori

Nel momento in cui gli ansiosi sociali assumono queste logiche interpretative, anche i loro comportamenti (ciò che si dice e ciò che si fa) risentono di tale modalità percettiva, determinando un ulteriore distacco tra sé e il mondo sociale. Gli altri, che certo non hanno il potere di leggere nel pensiero altrui, sono, in un certo senso, incentivati a distanziarsi da essi. Le persone timide, loro malgrado, si escludono da sole perché sono in balia dei pensieri automatici negativi, che pervadono – sinistre – la loro mente, e delle loro paure.

Pensieri e timori che, oltre a rinforzare le credenze disfunzionali, conducono a comportamenti disadattivi.

Quando gli schemi cognitivi e i comportamenti, così delineatesi, producono i disadattamenti sociali e conseguenze derivanti, di colpo, gli altri appaiono come individui orientati a fare del male, a godere delle sofferenze altrui. I loro linguaggi e comportamenti, persino se benevoli, sono interpretati come falsità e ipocr

L’interpretazione degli eventi e dei comportamenti – 2° parte

L’interpretazione degli eventi e dei comportamenti – 2° parte

Pubblicato da: Categorie: Modelli cognitivi e metacognizioni nel pensare degli ansiosi sociali

 

Seconda parte  

Ogni volta che siamo raggiunti da uno stimolo, interno o esterno che sia, la nostra mente gli attribuisce un significato. Lo fa sulla base delle nostre esperienze, dei dati di conoscenza che abbiamo accumulato nel corso del tempo, tutti elementi che hanno concorso alla formulazione delle generalizzazioni, intendendo con tale termine, l’assumere caratteristiche e dinamiche di determinati fenomeni o effetti simili, come regola generale. Queste generalizzazioni costituiscono un modello interpretativo cui ricorriamo nella valutazione degli eventi. Quindi ricorriamo a valutazioni per analogia con altri eventi simili verificatosi nel passato e con i significati ad essi attribuiti.

Grosz George – sogno

Questo processo ha permesso alla specie umana di procedere speditamente nell’evoluzione della conoscenza, nell’organizzazione e nelle attività umane. Infatti, l’uomo ha avuto la possibilità di partire da dove gli altri sono arrivati guadagnando, quindi, il tempo per fare dei passi avanti. Ci rende anche l’idea dell’eccezionalità della mente umana. Il problema è che non sempre le funzioni di questa macchina affascinante funziona bene. Quando entrano in gioco le emozioni, sia in fase di costruzione di modelli interpretativi (credenze), sia in fase di risposta all’evento, le cose diventano più complicate. Nel processo di attribuzione di significato entrano in g

L’interpretazione degli eventi e dei comportamenti – 1° parte

L’interpretazione degli eventi e dei comportamenti – 1° parte

Pubblicato da: Categorie: Modelli cognitivi e metacognizioni nel pensare degli ansiosi sociali
Prima parte  

Ogni persona interpreta ciò che gli capita e i comportamenti degli altri e quelli suoi, in base ai modelli  interpretativi della realtà che si è costruito nella propria mente nel corso della sua vita. Queste ipotesi del mondo reale, che nella psicologia cognitiva sono chiamate credenze, si formano per effetto delle esperienze vissute, in modo diretto o indiretto, per via dei processi di apprendimento, e “improntate” dagli stati emotivi in cui la persona si trova nel momento in cui assorbe tali dati di conoscenza. Ciò significa che il modo in cui leggiamo eventi e comportamenti, è il risultato della nostra storia di interazione, sia con il mondo esterno, sia nel nostro dialogo interiore e alle percezioni fisiche della nostra corporeità.

Significa anche che ciascuno di noi interpreta le cose soggettivamente, in modo differente dagli altri. L’implicazione di base di tali fattori sta nell’unicità delle logiche interpretative individuale degli eventi.

Una identica situazione può assumere significati differenti in diverse persone. Facciamo un esempio. Ciascuno dei personaggi che seguiranno, sta camminando per la tal strada, vede Alberto che cammina sul suo stesso marciapiede, in direzione opposta alla sua e che a un certo punto si volta e torna indietro:  Michele pensa che Alberto lo sta evitando, ha pensato di non essergli simpatico, personalizzando perciò, l’evento. Michele prova tristezza e rancore. Piero pensa che Alberto