Le persone timide e gli altri

Le persone timide e gli altri

Pubblicato da: Categorie: La comunicazione

Il rapporto tra le persone timide e gli altri è molto problematico. Watzlawick afferma che non è possibile non comunicare, qualsiasi cosa ciascuno di noi possa fare, comunichiamo. L’uomo comunica non soltanto in forma verbale, né solo in modo volontario.

Gian Emilio Malerba – Maschere

Postura, mimica facciale, sguardo, gestualità, modi del camminare, azioni e atteggiamenti, look, portamenti, persino il semplice aspetto fisico, sono tutti elementi che ci trasmettono un’idea dell’individuo con cui abbiamo a che fare. E ciò indipendentemente da quale sia la realtà delle cose.  Questi costituiscono il linguaggio non verbale che, per la verità, è preesistente al linguaggio verbale.

Più che fattori di trasmissione, si tratta di elementi che, attraverso il processo d’interpretazione degli eventi e delle cose che svolge la nostra mente, da significanti acquisiscono carattere di significato.

Ciascuno di noi interpreta ciò che sollecita i nostri sensi e/o la nostra attenzione, in funzione della nostra storia personale e sociale, le conoscenze, la memoria, gli schemi mentali, culturali, morali, etici. Interpretiamo gli eventi e le cose anche secondo lo stato emotivo del momento in cui riceviamo lo stimolo, il livello di attenzione che prestiamo a esso. L’interpretazione degli eventi e delle cose, non rappresenta la realtà in sé, cioè, ciò che è a prescindere; essa rapp

Linguaggio e aspettative

Linguaggio e aspettative

Pubblicato da: Categorie: La comunicazione

Dire che qualunque cosa si faccia si comunica, non implica che il nostro comportamento, la nostra postura, la mimica facciale, possano significare, per gli altri, qualche cosa di univoco. 

Vincenzo Balsamo – arco baleno

Ogni persona interpreta gli stimoli che gli pervengono in funzione della propria storia culturale ed esperienziale, dei propri schemi cognitivi, della propria condizione emotiva del momento. Tuttavia, percepiamo alcuni tratti delle movenze umane secondo “canoni” istintivi che ci troviamo come bagaglio interpretativo sin dalla nascita. Infatti, un neonato è già capace di percepire, in senso negativo o positivo, buona parte delle mimiche facciali o il tono della voce nel nostro parlare.  Ciò nonostante, il senso o il significato di molte delle forme di linguaggio non verbale, è appreso per via esperienziale.

Un aspetto che va considerato, è che determinate movenze, posture o mimiche facciali, possono essere espressione del repertorio comportamentale automatico di un individuo.  (altro…)