La paura di apparire timidi

La paura di apparire timidi

Pubblicato da: Categorie: Le emozioni

Tra comunicazione non verbale e costumi consolidati nel comportamento umano, esiste una relazione di reciprocità: da una parte, i costumi che diventano elementi fondanti di modelli comportamentali sociali, subiscono l’influenza dei significati assegnati dalle interpretazioni delle azioni umane non verbali e dei valori a essi collegati; dall’altra, il conferimento di significati ai comportamenti umani (linguaggio non verbale) è contagiato dall’uso storicizzato dei costumi.

Tiziana Trezzi – al di la…incontro allignoto

Uno dei risultati di tale relazione di reciprocità è la cultura dell’apparenza. Questa incide nella vita delle persone in funzione dell’importanza che ciascun individuo le conferisce. Le persone timide vivono spesso il problema dell’apparenza e dell’apparire con estrema tragicità. 

Con il tema dell’apparire entrano in gioco, l’idea di sé rispetto agli altri, e il problema dell’accettazione sociale. Le idee disfunzionali di sé che l’individuo timido, nel suo dialogo interiore, pone in relazione agli altri, fanno capo a:  (altro…)

L’imbarazzo

L’imbarazzo

Pubblicato da: Categorie: Le emozioni

Mentre la vergogna è un’emozione che esprime la consapevolezza della propria inadeguatezza, presunta o vera che sia, l’imbarazzo è un’emozione che significa un disagio a seguito di un proprio comportamento, attuato sotto gli occhi di altri, e considerato dal soggetto stesso come inaccettabile o inopportuno.

Enrico Baj – Adamo ed Eva

Essendo l’imbarazzo, una funzione collegata ai contesti sociali, esso si manifesta solo e soltanto alla presenza degli altri. Il comportamento può essere percepito come infrazione alle regole solo se esiste un contesto sociale in cui essa si manifesta. La funzione strutturale dell’imbarazzo, che è un’attività simpatica del sistema nervoso autonomo, è quella di segnalare una trasgressione di norme sociali, indipendentemente se queste siano reali o temute.

Le persone timide, avendo i problemi di base dell’accettazione sociale e/o della competenza, sono caratterizzati da una marcata tendenza alla focalizzazione su sé stessi, quindi dirigono spesso l’attenzione sui loro comportamenti in pubblico. 

Questa propensione auto focalizzatrice induce il soggetto timido ad assumere il preminente ruolo di giudice severo, oltre che di osservatore, dei propri comportamenti, pertanto li compara a quelle che egli ritiene siano norme sociali o pensa che gli altri le considerino tali. Giacché gli individui timidi hanno sempre la sensazione di sent

Quando il timido dice: non sono stato invitato

Quando il timido dice: non sono stato invitato

Pubblicato da: Categorie: I problemi delle persone timide

Il coinvolgimento emotivo tende a investire la persona timida in tutti gli ambiti sociali, negli eventi e nelle situazioni in cui, in qualche modo, sente o ritiene di farne o di doverne far parte.

Joan Miro – La finestra di avviso

Quando alla base delle sue disfunzioni cognitive c’è il problema dell’accettazione, il soggetto timido è spinto in una continua verifica del livello di gradimento, di accoglienza e disponibilità da parte dei gruppi sociali e delle persone cui si riferisce.  Questo continuo verificare per vedere se si è accettati dagli altri, induce l’ansioso sociale a considerare un’ampia varietà di situazioni, eventi e comportamenti altrui come strettamente correlati alla propria persona. Egli non riesce a separare gli eventi sociali da sé. L’idea che gli altri abbiano una propria vita privata, costituita da una pluralità di relazioni sociali indipendenti tra loro, che abbiano una propria autonomia, una varietà d’intenti, interessi e obiettivi, è cosa che l’ansioso sociale non annovera tra le ipotesi interpretative degli eventi oggetto del suo indagare.

In tali situazioni, l’attenzione delle persone timide non è orientata all’oggettività delle situazioni e dei comportamenti altrui, è incentrata su sé stessi, sulla relazione tra essi e gli altri, sulla percezione di sé come soggetti immeritevoli di accettazione sociale. La loro interpretazione degl