Meditazione consapevole e accettazione – parte prima

Meditazione consapevole e accettazione – parte prima

Pubblicato da: Categorie: accettazione, Affrontare l’ansia sociale e la timidezza

Con quest’articolo e con quello che seguirà, tratterò di acceptance e mindfulness, nuove tecniche psicoterapeutiche emerse, da qualche decennio, all’interno della psicologia cognitiva.

Questi modelli, pur partendo dagli assunti teorici di base della terapia cognitiva, concentrano l’attenzione terapeutica non sui contenuti espressi da credenze e pensieri automatici, bensì ai processi mentali, ponendo l’accento sulla libertà di scelta e il perseguimento degli obiettivi personali.

Si fondano su tre elementi di base strettamente collegati tra loro: la relazione con le proprie esperienze interne, l’evitamento esperienziale, il restringimento del repertorio comportamentale.

La relazione con le proprie esperienze interne

René Magritte – presenza della mente

Un fenomeno piuttosto tipico che ciascuno di noi sperimenta nella propria vita, è l’identificazione di sé con i propri pensieri, emozioni, immagini mentali o sensazioni fisiologiche, cioè con l’insieme delle proprie esperienze interiori. Per comprendere meglio questo concetto, basta pensare a quando ci capita di tornare, con la mente, al ricordo di esperienze passate: comportamento ed emozioni sono proiettate in quella dimensione temporale, tale che ne riviviamo la tragicità o la piacevolezza, sul nostro viso può abbozzarsi un sorriso o un’espressione triste.

La psicoterapia cognitivo comportamentale: caratteristiche

La psicoterapia cognitivo comportamentale: caratteristiche

Pubblicato da: Categorie: Affrontare l’ansia sociale e la timidezza

Chi ha letto il mio libro “Addio timidezza”, sa che l’approccio cognitivo verso la psicoterapia, fa riferimento a una serie di processi mentali di cui il sofferente può non essere immediatamente consapevole, ma ne può acquisire coscienza con l’esercizio. La difficoltà nell’essere consapevoli dei processi mentali disfunzionali, sta nel fatto che essi sono per lo più automatici. Si tenga presente che i pensieri disfunzionali da correggere sono solo quelli che determinano la sofferenza psicologica.

In via generale, la psicoterapia cognitivo comportamentale, inizialmente, consiste in una seduta settimanale e, tra l’una e l’altra, prevede che il paziente svolga dei compiti, ciò permette di ridurre i tempi di miglioramento.

S. Dalì – disintegrazione della persistenza della memoria

Ma andiamo con ordine: le peculiarità della terapia cognitivo comportamentale possono essere indicate in alcune caratteristiche.

Il ruolo del terapeuta: il suo compito non è quello di stabilire quale sia la natura o l’origine della sofferenza, ma di aiutare il paziente nel suo nuovo percorso di ricerca, comprensione e superamento del disturbo.

Validità scientifica dimostrata: è il tipo di terapia che ha ottenuto i maggiori successi sul campo, e si è potuto anche appurare che previene le ricadute.

Il rapporto paziente terapeuta: essi collaborano dell