Aspetti dell’essere riservati

Aspetti dell’essere riservati

Pubblicato da: Categorie: varie

Considerare la riservatezza un pregio, o un difetto, è un atteggiamento cognitivo poco utile o anche dannoso. In sé, la riservatezza non è né buona né cattiva; il suo essere funzionale o meno, è dipendente dai fattori che la determinano.

Martín Ramírez -la via

La riservatezza può essere un tratto della personalità, un aspetto caratteriale, un comportamento adattivo, un comportamento strategico finalizzato a uno scopo.

Se la consideriamo come tratto della personalità, in buona parte, è di natura istintiva, fa parte dell’indole innata di una persona, di un modo preferenziale di rapportarsi alle esperienze.

In tale forma la possiamo riconoscere nell’ introversione. Ma si tenga presente che in tal caso essa non implica, in alcun modo, difficoltà relazionali.

Vista come forma adattiva o strategica finalizzata allo scopo, la riservatezza è da considerare un comportamento che non implica abitudinarietà del suo manifestarsi, tende più che altro a essere temporaneo, una modalità operativa dettata dalla contingenza, da particolari condizioni che non si presentano in maniera stabile nel tempo.  (altro…)

Ritrosia, riservatezza e timidezza

Ritrosia, riservatezza e timidezza

Pubblicato da: Categorie: I comportamenti degli ansiosi sociali e delle persone timide

Nell’immaginario collettivo, la timidezza è sinonimo di ritrosia. Benché tale peculiarità non sia visibile chiaramente in tutte le forme della timidezza, la ritrosia è un chiaro indicatore dell’emozione principale che caratterizza questo disagio sociale, la paura. È però anche l’espressione dell’esistenza di stati d’inibizione.

Salvator Dalì – La nascita di liquide paure

Relazionandola alle ansie sociali, possiamo definire la ritrosia come una risposta comportamentale indotta dalla percezione di una propria forte vulnerabilità che scaturisce dalla valutazione e interpretazione cognitiva di un evento o situazione.

Nel momento in cui, una persona timida, si percepisce vulnerabile rispetto a un contesto situazionale, un’esperienza o una condizione, si fa strada l’emozione della paura che predispone verso una strategia di fuga, la quale può rivelarsi in comportamenti evitanti, elusivi o di vera e propria defezione.

Il soggetto timido si sente nudo, privo di difese, trasparente agli occhi e alla valutazione altrui. Il suo timore più grande è che gli altri si accorgano delle inadeguatezze che è, consciamente o inconsciamente, convinto di avere. Con la ritrosia gli individui timidi tendono a tenersi fuori dal rischio di ritrovarsi al centro dell’attenzione altrui, di dover assumere ruoli, o esperire performance, che li espongono al rischio di valutazione da parte