La dispersione dell’attenzione nelle ansie sociali
“Qualsiasi cosa debba fare, penso sempre a tutt’altro”; “viaggio troppo con i pensieri: quando lavoro, quando sto con gli altri, in ogni luogo”;” non sto mai nella realtà, sono sempre preso dai pensieri”; “sto sempre a fantasticare su una realtà che non esiste”; “non riesco a stare attento su niente, son troppo preso dai miei pensieri”; “penso troppo, non riesco neanche a stare attento quando qualcuno mi parla”.
Amare considerazioni frequenti nelle persone timide e negli ansiosi sociali, in generale. Spesso sono anche seguite da giudizi critici e negativi su sé stessi. L’ansioso sociale legge questo fenomeno come una propria incapacità a controllare flussi di pensieri che gli si presentano alla mente con abitudinarietà e automaticità.
Nella realtà, si tratta di una inibizione nell’esercizio delle capacità di controllo.
Il carattere abituale e automatico di questi flussi di pensieri, fa sì che essi pervengono alla mente bypassando talune fasi del processo elaborativo. L’ansioso sociale viene a trovarsi in una situazione per la quale non riesce ad avere il controllo di quei flussi di pensiero che si presentano in modo automatico e che si svolgono in modo abituale. Sovente, tutto ciò si configura come evitamento cognitivo, cioè un comportamento mentale finalizzato alla distrazione, ad evitare lo svolgimento