Quando il timido dice: ce l’hanno tutti con me

Quando il timido dice: ce l’hanno tutti con me

Pubblicato da: Categorie: I problemi delle persone timide
Tra i principali comportamenti e attività metacognitive tipiche della timidezza c’è quella del controllo.

John Everett Millais – morte di Ofelia

La persona timida o ansiosa sociale svolge le sue attività di controllo in due direzioni, verso sé stessa e verso gli altri. Il controllo indirizzato verso sé stessi è un’attività metacognitiva attenzionale volta a valutare le proprie esperienze interne, i propri processi mentali, i propri comportamenti. L’ansioso sociale avverte preminente il bisogno di verificare la congruità del proprio comportamento, delle proprie performance e dei suoi stessi processi mentali. Infatti, ponendosi degli standard elevati, e avendo delle credenze negative riguardanti prerogative e capacità personali, sta sempre a controllare tutto ciò che non corrisponde ai suoi criteri da perfezionista e tutto quanto possa confermare gli schemi cognitivi in cui crede, ma di cui non s’accorge della loro insita disfunzionalità. Atteggiamento mentale, quasi sempre dicotomico, per il quale ricerca ogni possibile discrepanza tra la perfezione perseguita e risultato raggiunto; lo fa durante l’esposizione e l’esecuzione di attività oggetto dell’osservazione altrui; nel valutare le sue reazioni fisiche ed emotive; nei suoi ragionamenti da ansioso. Poi ci sono le attività di controllo rivolte verso gli altri. Queste rivestono particolare importanza per gli individ

Aiuto! Gli altri mi osservano

Aiuto! Gli altri mi osservano

Pubblicato da: Categorie: Modelli cognitivi e metacognizioni nel pensare degli ansiosi sociali, paura di

Carla, 28 anni, non esce mai da sola, si sente osservata. Il non essere in compagnia, per lei, è come circolare per strada con manifesti a sandwich su cui è scritto a chiare lettere: “Guardate come sono goffa”, “e sì, sono proprio una fallita, sto sempre da sola”, “non conto proprio nulla, infatti, non ho amici con cui uscire”, “sono una sfigata al limone”, “sono un essere ammuffito”. Alla sola idea di uscire da sola, già si stampano, nella mente, un paio di immagini di facce giudicanti e, forse, sono anche volti che conosce. In quelle situazioni, Carla si sente nuda, priva d’ogni difesa, alla mercé dell’inciucio, dei pettegolezzi, dei commenti non felici altrui, talvolta oggetto della commiserazione.

Giampaolo Talani – animali da battigia

Andrea, 18 anni, quand’è in strada sente come se gli occhi degli altri siano un concerto di bocche ridenti: ridono di lui. Riesce a immaginare anche le battute che circolano: “Guarda quel fallito, ah, ah, ah”, “che imbranato ah, ah, ah”, “povero cretino ah, ah, ah”, “è proprio senza speranza”.

Sibilla, 21 anni, è convinta di essere brutta. Sente la sua bruttezza stampata negli sguardi e nelle menti degli altri. Quando è in strada, si sente come in passerella, con tutti a guardare le sue nefande fattezze e a pensare: “Quand’è brutta”, “guarda che cesso, quella ragazza”, e a ricordarle che resterà

Aspetti della timidezza: quando ci si sente osservati

Aspetti della timidezza: quando ci si sente osservati

Pubblicato da: Categorie: I problemi delle persone timide, Le emozioni, paura di

In molti casi, in luoghi o locali dove c’è la presenza di altri individui, la persona timida si sente osservata, ha la spiacevole sensazione che gli occhi degli altri siano puntati sulla propria persona. In queste circostanze, la mente dell’individuo timido, sentendo su di sé lo sguardo altrui, è pervaso da pensieri automatici che lo pongono in una condizione di dubbio o d’inadeguatezza.

Eugene De Blaas – la spiona

Molti sono i tipi di pensieri che possono balenare nella sua testa: dalle più banali come il pensare che il proprio abbigliamento non sia adatto o che i suoi movimenti possano essere scomposti, alle idee più complesse come quelle di credere che dalla propria persona, possano trasparire aspetti della propria personalità o qualità, che esprimono un senso d’inidoneità in un qualche campo del proprio essere soggetto sociale.

E ciò non accade solo per gli individui timidi, ma a tutti coloro che sono afflitti da qualsiasi forma di ansia sociale, anzi, quella del sentirsi osservati, può trasformarsi anche in fobia sociale.

Gli individui timidi nel momento in cui si calano negli spazi sociali, cominciano a percepirsi strani, distorti, diversi, senza rendersene conto cercano, nel mondo popolato di uomini, conferme al proprio negativo sentire. È come se la loro presunta diversità sia una divisa riconoscibile, un marchio di qualità decadente ed evidente, un s

Timidezza: aiuto, mi osservano

Timidezza: aiuto, mi osservano

Pubblicato da: Categorie: I problemi delle persone timide, Le emozioni

Quella di sentirsi osservati è molto comune nelle persone timide. Questo fenomeno è anche la ragione della loro “vita da clausura”. Pur di non sentirsi gli occhi della gente addosso, preferiscono starsene chiusi in casa. 

ustave Courbet – uomo disperato autoritratto

Per una persona timida, sentirsi osservata, è una sensazione tanto incombente e insistente, da essere considerata e vissuta non solo come una certezza, ma anche come una sorta di condanna, di essere un po’ predisposti ad attrarre su di sé la curiosità indagatrice altrui. Il soggetto timido più si sente osservato, più diventa preda dell’ansia fisiologica ed emotiva.

La sensazione dell’essere osservati mette a nudo un loro timore di base, essere analizzati, valutati, giudicati: un rischio, per gli individui timidi, molto cogente, presente, invadente, certo, è una sensazione che diventa pregnante. E’ proprio il timore del giudizio altrui, ad alimentare la sensazione dell’essere osservati, poiché a esso è strettamente correlata l’idea di conseguenze negative e catastrofiche.  La struttura stessa del giudizio è causale e sequenziale, le implicazioni sono scandite secondo un ordine per il quale a ogni successiva fase corrisponde una maggiore gravità della conseguenza. Nelle varie forme dell’ansia sociale, l’individuo afflitto teme sempre che gli altri possano