I problemi di accettazione, competenza e controllo – seconda parte

I problemi di accettazione, competenza e controllo – seconda parte

Pubblicato da: Categorie: Modelli cognitivi e metacognizioni nel pensare degli ansiosi sociali
Alla 1° parte Seconda Parte Il problema della competenza

Se una credenza di base di un ansioso sociale è inerente a un’idea di inferiorità, di incapacità, di inabilità in uno o più campi dell’attività umana, il suo problema principale è quello della  competenza.

Giacomo Balla – il linguaggio interrotto

L’origine ambientale  di questo problema può scaturire da varie cause: 

la più frequente è quella dell’essere messi a confronto con altri membri della famiglia  o con estranei presi come esempi da seguire;  dall’essere più volte etichettati come incapaci, deficienti, cretini o con altre terminologie o frasi del genere;  a una sorta di sentimento di inferiorità generale della famiglia rispetto alle altre, dovute  ad esempio, alle  condizioni sociali, alla religione o all’etnia  di appartenenza;  da carenze oggettive, ripetuti insuccessi o insufficienze in determinate attività;  l’avere avuto poche occasioni di successo o di gestione efficace di situazioni.

In una persona timida che vive il problema della competenza ogni evento, ogni situazione  che attiva credenze di inadeguatezza, genera il timore dell’insuccesso cui si ispirano le sue attività di previsione.  (altro…)

Il potere dei pensieri

Il potere dei pensieri

Pubblicato da: Categorie: Funzionamento fisico della psiche e della mente, Il sistema cognitivo

Quando sosteniamo che la timidezza e le altre forme di ansia sociale si formano nel nostro sistema cognitivo, affermiamo implicitamente che il principale veicolo di trasmissione di questo processo sono i pensieri.

Joan Mirò – parole dipinte

Attraverso i pensieri possono circolare e interagire tra loro elementi della memoria, le percezioni che intercettiamo, ciò che abbiamo appreso, il linguaggio verbale, cioè le parole che utilizziamo anche nel nostro dialogo interiore, le immagini fisse o in movimento. Dentro i pensieri si svolgono i nostri ragionamenti, le valutazioni, le scelte. Da essi discendono tutte le nostre azioni. Quando viviamo un’esperienza, siamo raggiunti da stimoli esterni o interni, li interpretiamo e valutiamo con l’attività del pensare. I pensieri sono il luogo dell’interazione  e, l’interazione stessa, tra memoria e il processo del ragionamento, tra dati di conoscenza e la loro elaborazione.

I pensieri partecipano anche a costruire e sostenere motti, assunzioni, precetti, leitmotiv, slogan, che vanno a costituire anche l’insieme delle credenze intermedie, oltre a presentarsi pure nelle loro modalità automatiche.

Sono anche l’espressione del nostro stato cosciente (che non necessariamente è reale consapevolezza). Ed è nel passaggio dalla coscienza alla consapevolezza, che si consumano le contraddizioni logiche e/o interpretative che caratterizzano

Il senso e l’importanza dell’accettazione per la timidezza e l’ansia sociale – seconda parte

Il senso e l’importanza dell’accettazione per la timidezza e l’ansia sociale – seconda parte

Pubblicato da: Categorie: accettazione, Affrontare l’ansia sociale e la timidezza

SECONDA PARTE

Sia la psicoterapia cognitivo comportamentale di prima e seconda generazione, sia quella di terza generazione, non si dispiegano nella logica del muovere “contro” ma “verso”.  Coloro che hanno vissuto l’esperienza della psicoterapia cognitivo comportamentale avranno notato che non si punta certo alla repressione di idee e comportamenti disfunzionali, ma a verificare la validità o utilità di pensieri e comportamenti o ad apprendere a convivere con i contenuti disagianti decentrandoli e de-identificandosi con le proprie esperienze interne.

Paul Delvaux – il dialogo

Porsi nella logica del muovere “contro”, comporta  un’attività mentale tutta orientata a ciò che si vuole rimuovere e che implica, inevitabilmente, lo stazionamento del pensiero proprio su quanto si vuole abbandonare. In parole povere ci si dà la zappa sui piedi. Infatti, la timidezza, o l’ansia sociale in generale, e con essa i pensieri disfunzionali che la caratterizzano, restano il tema centrale delle proprie attività mentali. Ciò significa che tutto ciò che è disfunzionale (pensieri e comportamenti) resta attivato e operante. Anche di questo fenomeno non si ha consapevolezza.

È importante puntare a una decentralizzazione dei pensieri disfunzionali. Fare, cioè, in modo che i pensieri automatici negativi perdano la

Il senso e l’importanza dell’accettazione per la timidezza e l’ansia sociale – prima parte

Il senso e l’importanza dell’accettazione per la timidezza e l’ansia sociale – prima parte

Pubblicato da: Categorie: Affrontare l’ansia sociale e la timidezza, autostima

 

PRIMA PARTE

Quest’articolo e quello che segue, nasce da lettere e commenti al blog, nei quali si evince una difficoltà nella comprensione del senso del ricorso all’accettazione. Un mio gentile lettore ha recentemente commentato con questa frase: “come è possibile accettarsi, se la timidezza di per sé è una cosa del tutto negativa?”  Comprendo perfettamente la difficoltà che può provare una persona timida, o comunque soggetto a una qualsiasi forma di ansia sociale, nel considerare l’accettazione come qualcosa di antitetico al desiderio di liberarsi dalla propria condizione limitante. Infatti, tale pratica è di difficile attuazione, ma non impossibile, per chi vive condizioni di disagio nel mondo delle relazioni umane.

Salvador Dalì – il miele è più dolce del sangue

Per chiarire meglio il senso dell’importanza dell’accettazione, mi sembra opportuno svolgere delle considerazioni secondo due aspetti essenziali, uno è legato all’esperienza della ricerca clinica, l’altro è il senso e il significato dell’accettazione.

Diciamo subito due cose di base:

La non accettazione della propria forma di sofferenza interiore, e in definitiva di sé stessi, è un portato dell’ansia sociale stessa. La condizione dell’essere soggetti all’ansia sociale, alla timidezza, è generata dai pensieri disfunzio
Il repertorio comportamentale nella timidezza

Il repertorio comportamentale nella timidezza

Pubblicato da: Categorie: I comportamenti degli ansiosi sociali e delle persone timide, La comunicazione

Preciso subito che per comportamento intendo ciò che si dice e ciò che si fa, le espressioni e le azioni verbali o non verbali direttamente accessibili agli altri. Infatti, ciò che di ciascuno di noi non è accessibile alla conoscenza altrui, è quello che risiede nella nostra mente.

Bonechi – senza titolo

L’insieme di questi elementi di espressione utilizzati da un individuo, costituisce il suo repertorio comportamentale.  La capacità di una persona nell’utilizzare, in modo efficace, il proprio repertorio comportamentale determina il suo grado di abilità sociale.

In questa trattazione, ci interessano i comportamenti dell’uomo come soggetto sociale, cioè del suo modo di rapportarsi agli altri, di interagire nei vari ambienti, contesti e situazioni sociali. Il repertorio dei comportamenti sociali si acquisisce per apprendimento. Cominciamo ad apprenderli già a pochi mesi dalla nascita. Lo facciamo per similitudine, per imitazione, per associazione, ma anche per esplorazione. Ne consolidiamo la conoscenza, l’uso e il loro collegamento a situazioni ed eventi, attraverso l’esercizio, la loro continua ripetizione. Maggiore è la varietà dei comportamenti conosciuti e utilizzati, maggiore è anche la capacità di interagire in modo funzionale nelle varie situazioni sociali. È proprio quest’ultimo aspetto che ci permette di notare, nelle persone, la pre