Quando ci si vergogna di essere timidi

Quando ci si vergogna di essere timidi

Pubblicato da: Categorie: Le emozioni

In un precedente articolo, ho parlato della vergogna come emozione in sé e le funzioni che svolge, in quanto tale, nella specie umana. Qui mi voglio soffermare su aspetti che riguardano la vergogna, in relazione al problema dell’appartenenza sociale. 

Elisa Anfuso – Con il Nastro Bianco

La vergogna provoca una sorta di auto umiliazione un po’ in tutti coloro che hanno a che fare con l’ansia sociale, cioè, la timidezza, la fobia sociale, l’ansia da prestazione, il disturbo evitante della personalità, eccetera. La vergogna è una emozione che ha due aspetti principali: il primo nasce dalla percezione del superamento di una soglia, oltre la quale, diventa a rischio l’accettazione sociale, per cui la persona timida teme di potersi trovare in una condizione di non appartenenza; il secondo, è soprattutto riferito al comportamento e all’idea di trasgressione di regole e principi cui si conferisce particolare valore. La vergogna, come superamento della soglia di perdita dell’accettabilità sociale, si collega a credenze sulla inadeguatezza delle proprie qualità personali. Qui è coinvolto il timore del giudizio negativo degli altri. L’ansioso sociale si preoccupa per come viene, o potrebbe essere, percepito dagli altri. Il percepirsi non allineato con gli standard comportamentali impone, alle persone timide, flussi di pensieri generalmente inerenti l’idea di una normalità mancata

Aspetti della timidezza: la vergogna  –  seconda parte

Aspetti della timidezza: la vergogna – seconda parte

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Il fallimento e l’umiliazione

Negli individui timidi è molto comune che la vergogna sia collegata al timore o alla convinzione di compiere o aver compiuto comportamenti che infrangono costumi etici o morali in vigore nell’ambiente cui si fa riferimento. La paura di trasgredire queste regole è collegato alle idee del fallimento o dell’umiliazione.

Paul Klee – perso

Tutti gli individui si pongono l’obiettivo di offrire una buona immagine di sé, sia agli altri, sia a sé stessi: le persone timide vivono questo obiettivo con un particolare patema d’animo, ben oltre le normali preoccupazioni dei soggetti non ansiosi.

Mancare quest’obiettivo significa andare incontro al fallimento o all’umiliazione che si subisce attraverso le reazioni degli altri.

L’umiliazione rappresenta l’esplicitazione della propria impotenza, vuoi perché non ci si dimostra validi nel modo in cui si vorrebbe, vuoi perché non ci si mostra validi quanto si vorrebbe, e ciò pone in evidenza da una parte, l’essere smascherati, dall’altra svelare la propria impotenza. Non a caso Battacchi e Codispoti (la vergogna – 1992) definiscono la vergogna, “come il segnale che si sta per subire, o si è già subita, un’umiliazione e, contemporaneamente, costituisce una reazione a tale umiliazione. In tal sens

Aspetti della timidezza: la vergogna – prima parte

Aspetti della timidezza: la vergogna – prima parte

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L’emozione sociale

La vergogna è un’emozione sociale in quanto implica, necessariamente, un riferimento al giudizio altrui o a norme trasgredite o a danno arrecato agli altri e, allo stesso tempo all’auto consapevolezza del proprio essere sociale.

Barber Charles Burton – il nascondiglio

Data la sua natura sociale, appare chiaro che la vergogna è un’emozione che si apprende nell’ambiente in cui si cresce e si vive, attraverso le pratiche comportamentali delle figure di riferimento (caregiver) già dopo il primo anno di vita, e la socializzazione nel contesto culturale cui il soggetto fa riferimento. La vergogna, avendo una funzione adattativa, può configurarsi come avvertimento che indica il superamento di una soglia oltre la quale si pone il rischio di un’eccessiva esposizione, o anche partecipativa all’attività costitutiva dell’identità personale come soggetto sociale. La vergogna, di per sé, non ha una valenza negativa propria: la positività o la negatività di tal emozione è una prerogativa di valutazione dell’individuo. Proprio per la sua caratteristica di avere una funzione adattativa, può diventare disfunzionale. È quello che accade nelle persone soggette all’ansia sociale e, quindi, anche alle persone timide. La timidezza sussiste solo se è riferita agli altri, al di fuori di questo contesto, essa non ha alcun senso di esis