Quando ci si vergogna di essere timidi

Quando ci si vergogna di essere timidi

Pubblicato da: Categorie: Le emozioni

In un precedente articolo, ho parlato della vergogna come emozione in sé e le funzioni che svolge, in quanto tale, nella specie umana. Qui mi voglio soffermare su aspetti che riguardano la vergogna, in relazione al problema dell’appartenenza sociale. 

Elisa Anfuso – Con il Nastro Bianco

La vergogna provoca una sorta di auto umiliazione un po’ in tutti coloro che hanno a che fare con l’ansia sociale, cioè, la timidezza, la fobia sociale, l’ansia da prestazione, il disturbo evitante della personalità, eccetera. La vergogna è una emozione che ha due aspetti principali: il primo nasce dalla percezione del superamento di una soglia, oltre la quale, diventa a rischio l’accettazione sociale, per cui la persona timida teme di potersi trovare in una condizione di non appartenenza; il secondo, è soprattutto riferito al comportamento e all’idea di trasgressione di regole e principi cui si conferisce particolare valore. La vergogna, come superamento della soglia di perdita dell’accettabilità sociale, si collega a credenze sulla inadeguatezza delle proprie qualità personali. Qui è coinvolto il timore del giudizio negativo degli altri. L’ansioso sociale si preoccupa per come viene, o potrebbe essere, percepito dagli altri. Il percepirsi non allineato con gli standard comportamentali impone, alle persone timide, flussi di pensieri generalmente inerenti l’idea di una normalità mancata

Timidezza e paura di dare l’impressione

Timidezza e paura di dare l’impressione

Pubblicato da: Categorie: I problemi delle persone timide, Le emozioni
Ci sono aspetti cruciali che riscontriamo nei pensieri dell’ansioso sociale, il bisogno di appartenenza a un gruppo o a una comunità e il giudizio etico o morale che egli dà della propria persona.

Nicoletta Spinelli – La maschera 4

Mentre nel primo caso il problema dell’apparire si pone come antiscopo finalizzato a evitare di fare emergere o rendere visibili agli altri proprie presunte inadeguatezze, nel secondo è centrale il sentimento della vergogna per non essere corrispondente a un sé desiderato e idealizzato.

Tutti noi adottiamo dei coping (strategie comportamentali per fronteggiare le situazioni) per farci accettare, per ottenere riconoscimenti e ruoli sociali; tentiamo cioè di esaltare le nostre qualità positive cercando di apparire positivamente e appetibili. Nella normalità tali comportamenti sono finalizzati allo scopo di essere accettati o considerati ma, negli ansiosi sociali, nei timidi, sono finalizzati a evitare il giudizio negativo degli altri. Tale differenza può apparire insignificante, ma è invece sostanziale.  Infatti, nella normalità, lo scopo è l’accettazione, nell’ansia sociale lo scopo è l’antiscopo, cioè l’evitamento dell’apparire in modo negativo.  Per chiarire meglio questo concetto farò un esempio. Alberto, che vuole conquistare il cuore di Carla, si fa bello, cura il proprio aspetto, assume comportamenti ora da macho, ora gentili, cerc
Il rossore al volto e la paura di arrossire

Il rossore al volto e la paura di arrossire

Pubblicato da: Categorie: Le emozioni

Nell’immaginario collettivo, la rappresentazione della timidezza è spesso legata all’immagine di un volto con il rossore sulle guance. Ne ritroviamo una rappresentazione iconografica anche nelle emoticon.

Luigi Zizzari – Ahi ahi… se ne sono accorti

L’ansia è, esternamente, l’indicatore dell’esistenza di uno stato emotivo e di pensieri collegati al senso d’inadeguatezza; come esperienza interna, è un segnale che ci avverte di una minaccia che incombe su di noi.

Il rossore al viso è la manifestazione fisiologica dell’ansia, e la conseguenza delle emozioni di vergogna o d’imbarazzo. Questo significa che il rossore al viso è l’espressione di un variegato insieme di sentimenti di disagio.

Mentre la vergogna è da collegare alla convinzione di una personale inadeguatezza, vera o presunta che sia, l’imbarazzo è da collegare a un senso di colpa. (altro…)

Ritrosia, riservatezza e timidezza

Ritrosia, riservatezza e timidezza

Pubblicato da: Categorie: I comportamenti degli ansiosi sociali e delle persone timide

Nell’immaginario collettivo, la timidezza è sinonimo di ritrosia. Benché tale peculiarità non sia visibile chiaramente in tutte le forme della timidezza, la ritrosia è un chiaro indicatore dell’emozione principale che caratterizza questo disagio sociale, la paura. È però anche l’espressione dell’esistenza di stati d’inibizione.

Salvator Dalì – La nascita di liquide paure

Relazionandola alle ansie sociali, possiamo definire la ritrosia come una risposta comportamentale indotta dalla percezione di una propria forte vulnerabilità che scaturisce dalla valutazione e interpretazione cognitiva di un evento o situazione.

Nel momento in cui, una persona timida, si percepisce vulnerabile rispetto a un contesto situazionale, un’esperienza o una condizione, si fa strada l’emozione della paura che predispone verso una strategia di fuga, la quale può rivelarsi in comportamenti evitanti, elusivi o di vera e propria defezione.

Il soggetto timido si sente nudo, privo di difese, trasparente agli occhi e alla valutazione altrui. Il suo timore più grande è che gli altri si accorgano delle inadeguatezze che è, consciamente o inconsciamente, convinto di avere. Con la ritrosia gli individui timidi tendono a tenersi fuori dal rischio di ritrovarsi al centro dell’attenzione altrui, di dover assumere ruoli, o esperire performance, che li espongono al rischio di valutazione da parte

Timidezza e senso di colpa

Timidezza e senso di colpa

Pubblicato da: Categorie: Le emozioni

Sinteticamente potremmo dire che il senso di colpa discende dal percepirsi come persona sbagliata in qualche modo.

Ma perché ci si sente in colpa?

Mitch Barrett – voices

Da una parte può discendere dall’idea di aver trasgredito alle regole etiche e comportamentali in uso a un gruppo di riferimento o a un dominio sociale più ampio, oppure a norme che costituiscono o assumono particolare valore per il soggetto stesso.

Per altro verso da collegare all’idea di aver avuto un comportamento scorretto, lesivo, ingiusto, o inopportuno, nei confronti di altri. In ogni caso c’è sempre un’idea svalutativa di sé stessi, definizioni del sé come soggetti inadeguati. In diverse tipologie di situazioni e comportamenti, il senso di colpa segue o prelude la vergogna. La persona timida, nel momento in cui si sente in colpa, ha già un background cognitivo centrato su tali pre-giudizi riguardanti sé stessa.  Il senso di colpa può essere sia il prodotto di un processo cognitivo che parte dall’interno e riferito a comportamenti giudicati, in primis, dal soggetto stesso, sia il risultato di un processo cognitivo indotto da terzi.  Se nel primo caso il giudizio di sé nasce, ed è indotto, da un processo esclusivamente interiore, nel secondo caso scaturisce da comportamenti strumentali che terze persone pongono in atto.  Esempi tipici di questa seconda casistica, li possiamo intravve

L’imbarazzo

L’imbarazzo

Pubblicato da: Categorie: Le emozioni

Mentre la vergogna è un’emozione che esprime la consapevolezza della propria inadeguatezza, presunta o vera che sia, l’imbarazzo è un’emozione che significa un disagio a seguito di un proprio comportamento, attuato sotto gli occhi di altri, e considerato dal soggetto stesso come inaccettabile o inopportuno.

Enrico Baj – Adamo ed Eva

Essendo l’imbarazzo, una funzione collegata ai contesti sociali, esso si manifesta solo e soltanto alla presenza degli altri. Il comportamento può essere percepito come infrazione alle regole solo se esiste un contesto sociale in cui essa si manifesta. La funzione strutturale dell’imbarazzo, che è un’attività simpatica del sistema nervoso autonomo, è quella di segnalare una trasgressione di norme sociali, indipendentemente se queste siano reali o temute.

Le persone timide, avendo i problemi di base dell’accettazione sociale e/o della competenza, sono caratterizzati da una marcata tendenza alla focalizzazione su sé stessi, quindi dirigono spesso l’attenzione sui loro comportamenti in pubblico. 

Questa propensione auto focalizzatrice induce il soggetto timido ad assumere il preminente ruolo di giudice severo, oltre che di osservatore, dei propri comportamenti, pertanto li compara a quelle che egli ritiene siano norme sociali o pensa che gli altri le considerino tali. Giacché gli individui timidi hanno sempre la sensazione di sent

La timidezza e l’arrossire

La timidezza e l’arrossire

Pubblicato da: Categorie: I problemi delle persone timide, Le emozioni

Da un punto di vista neurologico sappiamo che questa manifestazione, che rappresenta nella cultura simbolica collettiva, la timidezza, è correlata a un aumento delle attività dell’amigdala, che è una struttura del sistema limbico, ed è deputata alla gestione delle emozioni e interagisce nei processi di comparazione tra gli stimoli che riceve e le esperienze trascorse.

Lawrence Alma Tadema – la timidezza

Secondo alcuni studiosi, la colorazione rossa, è una cortina tendente a coprire la parte del corpo più esposta alla comunicazione sociale, ma paradossalmente, produce l’effetto opposto, rendendo evidente un forte stato emotivo. L’arrossire è dunque la manifestazione fisica di uno stato emotivo che generalmente esprime una condizione di vergogna o d’imbarazzo. 

Quando si manifesta questo fenomeno, la persona timida, può vivere particolari esperienze che sono sostanzialmente classificate in tre forme: 

Il desiderio di scomparire, diventare invisibile; il timido in questa condizione si sente sprofondare, diventare un’entità infinitesimale, ridicolo, insignificante, può anche provare il sentimento dell’umiliazione. La pietrificazione, il sentirsi o l’essere bloccati, l’irrigidirsi, sensazioni che possono anche essere accompagnate da sudorazione; il soggetto timido, non sa come reagire, si sente incapace di rispondere in quella circostanz
Aspetti della timidezza: la vergogna  –  seconda parte

Aspetti della timidezza: la vergogna – seconda parte

Pubblicato da: Categorie: Le emozioni

 

vai alla prima parte

Il fallimento e l’umiliazione

Negli individui timidi è molto comune che la vergogna sia collegata al timore o alla convinzione di compiere o aver compiuto comportamenti che infrangono costumi etici o morali in vigore nell’ambiente cui si fa riferimento. La paura di trasgredire queste regole è collegato alle idee del fallimento o dell’umiliazione.

Paul Klee – perso

Tutti gli individui si pongono l’obiettivo di offrire una buona immagine di sé, sia agli altri, sia a sé stessi: le persone timide vivono questo obiettivo con un particolare patema d’animo, ben oltre le normali preoccupazioni dei soggetti non ansiosi.

Mancare quest’obiettivo significa andare incontro al fallimento o all’umiliazione che si subisce attraverso le reazioni degli altri.

L’umiliazione rappresenta l’esplicitazione della propria impotenza, vuoi perché non ci si dimostra validi nel modo in cui si vorrebbe, vuoi perché non ci si mostra validi quanto si vorrebbe, e ciò pone in evidenza da una parte, l’essere smascherati, dall’altra svelare la propria impotenza. Non a caso Battacchi e Codispoti (la vergogna – 1992) definiscono la vergogna, “come il segnale che si sta per subire, o si è già subita, un’umiliazione e, contemporaneamente, costituisce una reazione a tale umiliazione. In tal sens

Aspetti della timidezza: la vergogna – prima parte

Aspetti della timidezza: la vergogna – prima parte

Pubblicato da: Categorie: Le emozioni

L’emozione sociale

La vergogna è un’emozione sociale in quanto implica, necessariamente, un riferimento al giudizio altrui o a norme trasgredite o a danno arrecato agli altri e, allo stesso tempo all’auto consapevolezza del proprio essere sociale.

Barber Charles Burton – il nascondiglio

Data la sua natura sociale, appare chiaro che la vergogna è un’emozione che si apprende nell’ambiente in cui si cresce e si vive, attraverso le pratiche comportamentali delle figure di riferimento (caregiver) già dopo il primo anno di vita, e la socializzazione nel contesto culturale cui il soggetto fa riferimento. La vergogna, avendo una funzione adattativa, può configurarsi come avvertimento che indica il superamento di una soglia oltre la quale si pone il rischio di un’eccessiva esposizione, o anche partecipativa all’attività costitutiva dell’identità personale come soggetto sociale. La vergogna, di per sé, non ha una valenza negativa propria: la positività o la negatività di tal emozione è una prerogativa di valutazione dell’individuo. Proprio per la sua caratteristica di avere una funzione adattativa, può diventare disfunzionale. È quello che accade nelle persone soggette all’ansia sociale e, quindi, anche alle persone timide. La timidezza sussiste solo se è riferita agli altri, al di fuori di questo contesto, essa non ha alcun senso di esis