La depressione è un particolare stato d’animo, una condizione dell’umore che assume caratteristiche cognitive, comportamentali, somatiche e affettive che conducono la persona, che ne è afflitta, a uno stato d’isolamento e allontanamento dal mondo. È una condizione mentale che altera il modo di ragionare, pensare, percepire se stessi, gli altri e il mondo circostante. Compromette la capacità di operare, di relazionarsi agli altri, di adattarsi al mondo reale e sociale.
Quella depressa è una persona prigioniera di se stessa, del suo mondo interiore che, come un buco nero, la risucchia senza offrirgli un solo barlume di speranza, è inghiottita in questa situazione che vive come punto di non ritorno.
La depressione ha il grande potere di annullare la volontà del soggetto, di annichilirne la progettualità, la curiosità, ogni forma d’interesse o attrazione.
Ciò nonostante, non si configura come segno di debolezza dell’uomo.
Può manifestarsi a tutte le età, tuttavia vi sono alcune fasi della vita in cui il rischio di cadere in depressione è maggiore, fasi in cui l’uomo affronta dei cambiamenti che determinano degli adattamenti nei diversi aspetti della vita. Questi periodi sono l’adolescenza, che segna il passaggio dall’essere bambino, all’essere adulto, la fase di mezza età cui dall’età matura, si rientra nell’età involutiva, processo che segna la perdita dei ruoli sociali ricoperti durante tutta l’età matura.
Le cause della depressione non sono ancora chiare, sappiamo che possono essere psicologico-sociali, fisiologiche, genetiche; l’orientamento di massima è che questi fattori interagiscono tra loro.
L’aspetto genetico è però considerato solo un fattore che predispone a un maggior rischio, mentre pare che l’elemento psicosociale sia quello che maggiormente determina l’insorgenza della depressione, riguardo al fattore fisiologico, il manifestarsi di malattie più o meno invalidanti può generare processi depressivi.
Si ritiene che l’aspetto biologico, cioè i fenomeni chimico fisici che si verificano nel cervello, per effetto della depressione, sia il risultato finale del processo attivato da quell’insieme di condizioni variegate come i problemi psicologico-sociali e i fisiologici che determinano la malattia.
Ma quali sono i sintomi della depressione?
- Senso di tristezza o di vuoto, insistente per buona parte della giornata, anche con inclinazione al pianto.
- Apatia o anedonia: riduzione marcata d’interesse o piacere per tutte o quasi tutte le attività fisiche, mentali, culturali, edonistiche, ludiche, relazionali, per buona parte della giornata, e che si verifica quasi tutti i giorni, questo fenomeno è riscontrabile anche da altre persone.
- Riduzione o aumento dell’appetito quasi tutti i giorni.
- Insonnia o tendenza a dormire per buona parte della giornata.
- Stato di agitazione o marcata riduzione delle attività psicomotoria come ad esempio, la tendenza a ripetere sempre gli stessi movimenti talvolta in modo quasi ossessivo. Questo fenomeno si verifica quasi tutti i giorni ed è riscontrabile da altre persone.
- Senso di affaticamento e/o mancanza di energia.
- Auto svalutazione e/o sensi di colpa portati all’eccesso, talvolta in modo delirante, non si tratta di semplici sensi di colpa, senso d’inutilità o disperazione. Anche questo fenomeno si verifica quasi tutti i giorni.
- Riduzione della capacità di concentrarsi o di pensare o di prendere decisioni, che si verifica quasi tutti i giorni, e che è riscontrabile anche da altre persone.
- Frequenti pensieri negativi o di morte, ideazioni di piani di suicidio difficilmente riscontrabili da altri.
- Disturbi gastrointestinali.
- Perdita del piacere o del desiderio sessuale.
- Ritenere di non avere o provare sentimenti, di sentirsi incapaci di amare.
Medici e terapeuti, per stabilire se ci si trova dinanzi a un caso di depressione, verificano la coesistenza dei primi due sintomi indicati nell’elenco e di almeno altri tre di questi fenomeni.
I fenomeni psico-sociali che possono generare la depressione, sono molteplici. In questa trattazione ci interessa la malattia quando è generata dall’ansia sociale e, in particolar modo, dalla timidezza.
Chi ha letto il mio libro “addio timidezza”, conosce i sentimenti e le loro dinamiche che, un soggetto afflitto dalla timidezza o ansia sociale in genere, prova verso se stesso.
Sono sentimenti di auto svalutazione anche piuttosto marcati, di forte disistima di sé, sentimenti di sconfitta e forte senso di solitudine. Queste emozioni possono produrre una crescente demotivazione psicologica, soprattutto verso le attività sociali e relazionali, che conduce il soggetto ad allontanarsi sempre di più dal mondo che lo circonda, ad auto isolarsi, ad abbandonare le attività lavorative, ad assentarsi dalla vita sociale, ad abbandonarsi in una sorta di perenne far niente.
Per quanto possa stupire, non è un problema di mancanza di volontà, ma di annientamento interiore di ogni stimolo di vita. Il soggetto timido che cade in depressione vive sentimenti e convinzioni profonde che rimandano a una totale inutilità di ogni tentativo di reazione, di profondo senso di scoramento, della precisa sensazione o percezione di trovarsi in una condizione da cui non c’è via d’uscita. Egli vede solo un vuoto perenne, e in esso la nullità e l’inutilità della vita stessa.
L’individuo timido depresso diventa prigioniero di questa condizione mentale ed è assolutamente privo di ogni strumento che possa procurargli uno spiraglio di salvezza, la possibilità di uscire dall’imbuto.