Quando ci riferiamo al linguaggio del corpo, parliamo di comunicazione non verbale.
Ma perché è così importante?
Watzlawick, in una celebre frase, ha racchiuso tutto il senso e l’importanza della comunicazione: “non è possibile non comunicare”.
Quando noi guardiamo un individuo, riceviamo subito, d’imprinting, un’impressione che equivale alla descrizione di tale persona. Quest’assegnazione d’identità parte da ciò che vediamo.
Se una persona veste di cenci, deduciamo che è povera o che ha abbandonato sé stessa.
Se un individuo avanza con la schiena un po’ incurvata in avanti, la testa china a guardare il suolo, le braccia penzolanti e immobili, pensiamo che quella persona sia particolarmente timida, o ha qualche accidente psichico, oppure è estremamente afflitta da problemi propri.
Se una persona procede col petto spinto in avanti, la testa leggermente china all’indietro, con le spalle che accompagnano il procedere dei passi, ci viene da pensare a uno sbruffone.
Una persona che cammina con lo sguardo fisso, la testa irrigidita in una posizione quasi come se vedesse il vuoto, ci porta a pensare che sia tutto raccolto nei suoi pensieri.
Una donna che veste da educanda, ci fa ritenere che sia di mentalità piuttosto antiquata.
Una persona che parla da sola, camminando per strada, ci fa pensare che sia una disturbata mentale.
Una persona che non appare curata nel proprio aspetto, ci dà l’impressione di un depresso.
Qualsiasi cosa l’essere umano faccia, indipendentemente dalla sua volontà e dalle sue intenzioni, ci comunica comunque sempre qualcosa; anche quando non fa assolutamente niente.
L’essere umano è dotato della capacità innata di assegnare un senso o un significato a determinate movenze del corpo o a espressioni facciali. A ciò si aggiunga che attraverso l’apprendimento e per mezzo dell’immaginario collettivo, conferisce a certi comportamenti, espressioni, gesti, mimiche facciali, determinati significati o associazioni di collegamento a tipologie di personalità, carattere, cultura, estrazione sociale, eccetera.
Tuttavia, il comportamento non comunica una realtà oggettiva, ma una realtà interpretata. Del resto, la comunicazione appartiene al dominio della descrizione.
Il comportamento di un individuo, per comunicare, ha sempre almeno un ricevente, cioè colui o coloro che trasformano ciò che vedono in comunicazione. Infatti, la comunicazione presuppone l’interpretazione di un comportamento.
Questi elementi di conoscenza interpretativa trasformano il comportamento in linguaggio.
La timidezza si caratterizza anche per mezzo delle disposizioni corporee.
Il soggetto timido tende ad avere una postura dimessa, tendenzialmente passiva; ha quasi sempre un’espressione triste, assente, talvolta inespressiva; ha una gestualità inesistente o minimale; ha un repertorio molto ridotto di mimiche facciali.
Le persone timide, nei contesti pubblici, tendono a estraniarsi, a isolarsi. Per via dell’inibizione ansiogena che si attiva nei contesti sociali, sono portate ad avere comportamenti impacciati, passivi o disinteressati.
Talvolta la tendenza dei timidi all’auto isolamento, all’estraniazione, all’evitamento o all’elusione, indipendentemente dalle reali intenzioni del timido, viene interpretata e, quindi, comunica, un’indole saccente, snob, di un soggetto che si pone di un gradino superiore agli altri.
Un individuo con posture dimesse, abbandonate, come lo sono soggetti timidi, non trasmette un’immagine positiva di sé, comunica, piuttosto, l’idea di un soggetto perdente, che non sa essere protagonista attivo della vita sociale.
Tutta una serie di disposizioni corporee e comportamentali, tipiche delle persone timide, sono entrate a far parte dell’immaginario collettivo nell’associazione corpo-timidezza o comportamento-timidezza.
Infatti, se vediamo un individuo che tende ad avere atteggiamenti di ritrosia, di inibizione, di estrema riservatezza, impaccio, pensiamo che è timido.
Se udiamo qualcuno parlare con un tono di voce molto basso o in modo tremante, pensiamo che si tratta di persona timida.
A un individuo timido non piace affatto essere considerato tale, ciò lo fa sentire senza difese, nudo davanti agli altri. Ciò nonostante il suo corpo non riesce a evitare di comunicare la propria condizione.