La timidezza d’amore – seconda parte
SECONDA PARTE
Le persone timide in amore, proprio per l’effetto che le credenze negative che hanno su di sé, sono dominate dalla paura: timore di fallire, di essere respinti, di essere inopportuni, di non essere capaci di rapportarsi, di apparire ridicoli o inaccettabili, di diventare oggetto dell’ilarità o del giudizio altrui.
Fondamentalmente, hanno il timore di base che le inadeguatezze che pensano di avere diventino evidenti agli occhi della persona oggetto del sentimento d’amore e, pertanto, di andare incontro a un insuccesso. Gli schemi cognitivi disfunzionali, caratteristici nella timidezza d’amore, si concludono, generalmente, con metacognizioni e pensieri automatici negativi a carattere previsionale, che possono presentarsi sia in forma verbale, sia in quella di immagini.
Ad esempio, pensieri del tipo: “e se non le/gli interesso?”, “Lei/lui non mi caga proprio”, “mi dirà di no e farò la figura del fesso”, “… magari mi riderà anche in faccia”, “se mi dice di no, è meglio che non mi faccio vedere in giro per un bel po’”, “mi rifiuterà, non ci so fare”, “non sono neanche cosa dovrei dire”, “si accorgerà che sono un imbranato e penserà che sono un fallito”, “sarò il solito imbranato/a e mi rifiuterà subito”.
I pensieri in forma di immag