Con il rinforzo si crea una struttura protettiva della credenza che si manifesta attraverso una serie di attività cognitive che hanno il compito di bloccare il processo dell’invalidazione.
Quanto maggiore è la quantità dei rinforzi di una credenza, tanto più forte e resistente è la struttura protettiva collegata.
Funzione del sistema cognitivo è il raggiungimento degli scopi, questo implica che non necessariamente esso sia interessato a recepire le invalidazioni, è più propenso a tenere attiva la maggior capacità possibile di valutazione e previsione.
Per questa ragione il sistema cognitivo, per non privarsi di una tale potenzialità, attiva le strutture protettive a difesa di quelle credenze fortemente confermate, soprattutto quando riguardano l’interpretazione di sé.
Le strutture protettive delle credenze cui ho accennato fanno parte degli stili di crescita della conoscenza:
- L’esplorazione; agisce in positivo, opera modificando la credenza per renderla più coerente con la realtà e quindi più adattativa;
- L’elusione; impedisce l’esplorazione in modo che il sistema non possa trovare elementi che confermino l’invalidazione, si manifesta con l’evitamento o la rimozione;
- L’immunizzazione; blocca quei processi cognitivi che permettono il passaggio da un’idea a un’altra stravolgendone la logica dell’implicazione (è del tipo “se A è vero, allora anche B è vero”).
- L’ostilità; ha l’obiettivo di ridurre il livello di certezza dell’invalidazione, opera manipolando la fonte o riducendone la credibilità.
Per far comprendere meglio la rilevanza dei rinforzi, voglio fare un esempio semplice: prendiamo il caso della recente scoperta secondo la quale i neutrini viaggiano a una velocità superiore a quella della luce, ebbene, più si ripeteranno questi esperimenti che confermano la scoperta, sempre più saremo convinti che ciò sia vero (rinforzi), e sempre più metteremo in discussione coloro che ancora negheranno la validità di questa novità (negazione dell’invalidazione). Allo stesso modo abbiamo anche potuto appurare, come il mondo scientifico si sia mostrato scettico (negazione dell’invalidazione), quando è stata data per la prima volta la notizia; infatti, i fisici hanno affermato così tante volte la validità della teoria di Einstein che la consideravano un dato certo, acquisito e scontato (rinforzo), tant’è che si sono sentiti smarriti e privati di una conoscenza, per loro, tanto importante.
Il rinforzo irrigidisce il sistema cognitivo nella valutazione della validità di quella data credenza.
In condizioni di normalità, conferme e invalidazioni si verificano in modo continuo, noi siamo sottoposti a questi processi tutti i giorni.
Il problema sorge quando, a essere rinforzate, sono credenze non aderenti alla realtà, cioè disfunzionali, e diventa ancora più problematico se le credenze disfunzionali non invalidate, riguardano da una parte, le proprie capacità, abilità, potenzialità, amabilità, valore personale, dall’altra la percezione degli altri e delle relazioni interpersonali e/o sociali. In questi casi il livello di rigidità è ancora più marcato, in quanto le credenze, riguardando sé stessi e il mondo sociale, hanno primaria e fondamentale importanza per il raggiungimento degli scopi.
Le mancate invalidazioni delle credenze disfunzionali, determinano effetti negativi a cascata, per quanto riguarda le attività cognitive e innescano dinamiche circolari per quanto riguarda i processi che si attivano nell’ansia sociale e quindi nella timidezza.
Il sistema cognitivo non prende atto dei propri fallimenti, non impara dall’esperienza e continua a ripetere sempre gli stessi errori, un sistema poco o non articolato blocca il suo stesso sviluppo, infatti, una nuova idea o va generata o appresa dall’esterno, cose che diventano difficili quando un sistema è povero: non è facile cambiare punto di vista quando si stenta già ad averne uno.