I PARTE
Come mai i pensieri degli ansiosi sociali mantengono la loro visione negativa di sé e del resto, nel tempo? Rispondere a questa domanda significa comprendere le dinamiche che permettono la permanenza delle credenze disfunzionali.

Gustav Klimt – albero della vita 3

Tutte le credenze che si formano sono soggette a una continua modificazione, un processo che dura tutta la vita. Questo fenomeno di aggiornamento ha lo scopo di mettere in condizione l’intero sistema cognitivo e le sue attività di essere sempre più adeguate alla realtà e migliorare le capacità adattative.
Una credenza, essendo un modello ipotetico del mondo reale, necessita di un continuo aggiornamento e modellamento per fare aderire al meglio i propri schemi interpretativi alla verità oggettiva delle cose.
Il fenomeno attraverso cui si attua il processo di adeguamento delle credenze è dato dalle invalidazioni.

L’essere umano è costantemente sottoposto a stimoli provenienti sia dall’esterno, sia da se stesso. Questi stimoli sono di varia natura, provengono dai sensi dell’uomo, dalle esperienze materiali e oggettive, dalle esperienze emotive, dal continuo relazionarsi con il mondo delle cose e con il mondo delle relazioni interpersonali, provengono da varie forme di apprendimento (formativo, relazionale, esperienziale).

Quando uno stimolo delinea una realtà oggettiva in contraddizione con l’ipotesi interpretativa dettata dalla credenza corrispondente, si ha un’invalidazione.

In pratica, il sistema cognitivo si viene a trovare nella condizione di non poter più riconoscere la validità della credenza invalidata, in quanto non più soddisfacente il bisogno di aderenza al mondo reale e non più utile ai processi di adattamento alla vita sociale e materiale.

L’invalidazione costituisce, pertanto, l’accertamento d’inadeguatezza di una credenza alla realtà e alla sua rimozione o messa in mora.

Il fenomeno dell’invalidazione, di per sé, non è costitutiva di una nuova credenza, questa – semplicemente – viene rimossa: spetta all’attività del sistema cognitivo sostituire o modificare la credenza invalidata.

Questo fatto implica un temporaneo vuoto interpretativo che genera un temporaneo stato di crisi dell’apparato cognitivo in quanto è privato di uno schema rappresentativo della realtà ed è, quindi, impossibilitato a esperire quelle attività cognitive per far fronte a quegli eventi cui venivano collegate le credenze invalidate.

Nella realtà, e in condizioni normali, il sistema cognitivo è abituato e allenato a modificare o sostituire una credenza destituita, esso infatti, acquisisce elasticità operativa grazie all’esercizio continuo di tale funzione: il vuoto informativo viene rapidamente colmato in modo tale che le attività correnti dell’uomo non subiscono apprezzabili fattori di crisi.
Purtroppo, non sempre è così. 

Nel caso dell’ansia sociale il processo dell’invalidazione s’inceppa. Perché?

Come abbiamo visto le credenze sono sottoposte a continue verifiche di validità. Esse possono essere invalidate, ma anche confermate della loro validità, come accade per tutte quelle credenze che si mostrano pienamente coerenti con i dati oggettivi provenienti dall’esperienza. 

Quindi le credenze non subiscono soltanto un processo di invalidazione ma anche un processo di validazione. L’atto di conferma di uno schema di memoria conferisce un nuovo attributo di validità che va ad aggiungersi a quelli precedenti, questo fenomeno viene chiamato rinforzo.

Questo fenomeno di rinforzo è facilmente comprensibile alla luce delle due leggi dell’apprendimento di Skinner che determinano il concetto di condizionamento operante

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